sabato 5 luglio 2008


تقرير: وزير الخارجية البريطاني يزور السودان الأربعاء



ستركز مناقشات وزير الخارجية البريطاني على أزمة دارفور

(CNN) -- من المتوقع أن يبدأ وزير الخارجية البريطاني ديفيد ميليباند الأربعاء زيارة رسمية إلى السودان تستهدف العلاقات الثنائية بين البلدين، ودفع العملية السلمية بإقليم دارفور، وفق مصادر سودانية.

ونقلت وزارة الخارجية السودانية في بيان على موقعها الإلكتروني أن ميليباند سيجري حواراً عميقاً حول إقليم دارفور لتوحيد الرؤى بين الخرطوم ولندن لتعزيز السلام في الإقليم.

وستتركز الزيارة على مناقشة القضايا ذات الاهتمام المشترك ومسار اتفاقية السلام وخطوات تنفيذها، إلى جانب المساعدات الفنية واللوجستية التي يمكن أن تقدمها بريطانيا لدفع العملية السلمية في دارفور، وفق الوزارة.

وكانت لندن قد تقدمت باقتراح لاستضافة محادثات سلام بين الحكومة ومتمردي دارفور.

وعرض رئيس الوزراء البريطاني غوردون براون في إبريل/نيسان الماضي استضافة بلاده لمحادثات سلام حول أزمة الإقليم الغربي.

وقال ناطق باسم براون، رفض الكشف عن هويته وفق السياسة المتبعة: "هذه دعوة رسمية لعقد المباحثات في لندن"، إلا أنه لم يكشف عن الأطراف المدعوة للاجتماع، أو حتى إمكانية وموعد انعقاده.

وتقدر الأمم المتحدة مصرع أكثر من 200 ألف شخص في النزاع المسلح الذي اندلع في الإقليم الغربي الشاسع بين فصائل تمرد والقوات السودانية عام 2003. وأدت المواجهات إلى نزوح نحو 2.5 مليون شخص من مناطقهم.

وكانت بعض فصائل التمرد قد قاطعت مباحثات سلام سابقة مما أدى لإلغاء أو فشل تلك المفاوضات.

وطالب رئيس الوزراء البريطاني بتسريع وتيرة نشر قوات حفظ السلام الدولية في الإقليم، مشيراً إلى أنه سيبدأ العمل مع الأمم المتحدة والولايات المتحدة وقادة الاتحاد الأفريقي خلال الأسابيع المقبلة لاستئناف عملية السلام.

Sudan/Darfur: Consegnate a palazzo Chigi 13.000 firme per stop a violenze
giovedì 03 luglio 2008
Non c'è Pace senza Giustizia e Partito Radicale nonviolento
Giovedì 3 luglio, alle ore 12.00, una delegazione del Partito Radicale Nonviolento e di Non c'è Pace Senza Giustizia, fornata da Matteo Mecacci, deputato radicale eletto nel PD, Vice-Presidente del Partito Radicale Nonviolento, Marco Perduca, Senatore radicale eletto nel PD, Vice-Presidente del Partito Radicale Nonviolento, Gianfranco Dell'Alba, Segretario di Non c'è Pace Senza Giustizia, Bruno Mellano, Presidente di Radicali italiani, Antonella Casu, Segretaria di Radicali italiani, Michele De Lucia, Tesoriere di Radicali Italiani, Antonella Dentamaro, coordinatrice delle Attività italiane di Non c'è Pace Senza Giustizia ha consegnato al Governo una petizione internazionale, sottoscritta da 13.000 cittadini di tutto il mondo, che chiede ai Paesi del G8 di intervenire sulla situazione del Sudan.
L'iniziativa rientra nel quadro della campagna "Stop Arms to Darfur", che vede riunite oltre cinquanta organizzazioni internazionali nella richiesta ai Paesi del G8 di intervenire con urgenza per porre fine alla violenza e all'impunità per gli atroci crimini commessi in Darfur. In particolare si chiede che il G8 adotti una dichiarazione con questi cinque punti fondamentali:
1. Ferma condanna alle rinnovate violenze in Darfur e richiamo a tutte le parti in causa affinchè rispettino l'accordo di cessate il fuoco.
2. Condanna della violazione in corso dell'embargo sulle armi secondo quanto stabilito dalla Risoluzione 1591 del Consiglio di Sicurezza. Richiamo a tutti gli Stati affinchè fermino il trasferimento diretto o indiretto di armi in Darfur.
3. Offrire assistenza da parte degli stati Membri del G8 affinchè le forze UNAMID abbiano gli equipaggiamenti tecnici necessari al dispiegamento immediato delle forze di pace.
4. Stesura di un piano specifico attraverso il quale i Paesi del G8 contribuiranno all'effettivo percorso di pace in Darfur e all'attuazione dell'Accordo di Pace (CPA).
5. Sostegno agli sforzi già in atto per ottenere giustizia e porre fine all'impunità per le atrocità e i crimmini contro l'umanità commessi in Darfur. Sostegno alla adozione di sanzioni nei confronti del Sudan qualora continui a non cooperare con la Corte Penale Internazionale.
Analoghe manifestazioni si terranno in tutte le capitali dei Paesi del G8 in vista del Summit di Hokkaido del 7-9 luglio prossimi: le organizzazioni inglesi consegneranno le firme a Downing Street, quelle americane alla Casa Bianca e così presso tutti le sedi dei governi.
Link all'audiovideo della manifestazione a Roma ripresa da Radio Radicale.

Leggi e firma la petizione ai leaders del G8
Leggi la lettera firmata da 50 organizzazioni internazionali

lunedì 30 giugno 2008

Pace e sviluppo




Mandela, festa per il padre del Sudafrica


«Il nostro lavoro non è ancora finito, c’è troppa povertà e oppressione per i più deboli»
Il nome di Nelson Mandela, attivista sudafricano segregato in un carcere per 27 anni, diventato prima il simbolo della lotta contro l’apartheid poi il padre di una nazione giovane che purtroppo ha continuato a soffrire anche dopo il passaggio incruento alla democrazia, non smette di calamitare le coscienze del mondo occidentale. Nel giugno del 1988 il rock festeggiò i suoi 70 anni allo stadio di Wembley, ma soprattutto lanciò una campagna mondiale per far liberare Mandela. Ieri, nel maestoso Hyde Park, lo stesso mondo, pur con qualche differenza di cast, ha festeggiato i suoi 90 anni in uno scenario molto più complesso: dalle tensioni razziali all’interno dello stesso Sudafrica allo spettro devastante dell’Aids che sta falcidiando il popolo africano, sino alla vergogna delle violenze in Zimbabwe del regime Mugabe.
E Mandela ha ripagato artisti e pubblico mondiale, in Italia lo show era in diretta senza interruzioni pubblicitarie su Mtv, con un breve discorso da guida spirituale e morale: «Vent’anni fa Londra ospitò un concerto che chiedeva la mia libertà, che mi ispirò in prigione. Stasera sono qui libero e mi sento onorato. Ma anche se siamo qui a festeggiare, il nostro lavoro non è finito. Perché c’è povertà, oppressione, Aids. Vogliamo portare la libertà a tutti e stasera, a quasi 90 anni, dico che è tempo di avere nuovi aiuti per sollevare questo fardello».
Emozionato, un po’ sofferente, appoggiandosi a un bastone Mandela arriva a metà dello show, accompagnato dalla moglie Graca Machel. Sul palco si affacciano tutte le star: Amy Winehouse, Peter Gabriel, Queen e Simple Minds, Joan Baez, Annie Lennox, Sugababes e Leona Lewis. C’è Will Smith con la moglie Jada Pinkett Smith, cerimonieri dello show. E proprio l’attore americano, poco prima. ricorda una frase di Peter Gabriel: «Una volta ha detto: se il mondo potesse scegliersi un padre, la nostra scelta cadrebbe sicuramente su Nelson Mandela». Poi l’happy birthday oceanico di Hyde Park, e più tardi, trasmesso in diretta ma non da Londra, quello di Bono e The Edge con “Happy Birthday” di Stevie Wonder. E ancora, l’invito di Mandela: «Continuate a sostenere 46664». Ecco, la cabala di questi cinque numeri, che per tutta la prigionia hanno identicato l’attivista dell’ANC e che ora sono il simbolo della fondazione per la lotta all’Aids, guida con forza uno spettacolo così diverso dallo stardom di altre iniziative umanitarie, a cominciare proprio da Live 8 tenuto a Hyde Park nel luglio 2005. C’è più Africa e meno Occidente, nel cast che affolla il palco. Zucchero canta “Everybody’s got to learn sometime” e nelle quinte dice: «È sempre un onore essere qui per rendere omaggio a questo grande uomo, che tanto ha fatto e tanto continua a fare per la lotta all’Aids, che non è stato affatto debellato». Annie Lennox è la più battagliera a spiegare quello che proprio non va nel nostro rapporto con chi soffre e non ha nulla: «Speriamo che questo evento serva in futuro, dobbiamo fare assolutamente qualcosa per prevenire un nuovo genocidio. Lo abbiamo detto tante volte, qui si tratta di difendere i diritti umani. C’è gente che non può far rispettare quello fondamentale di tutelare la propria salute. Per milioni di africani questa prerogativa è negata». Poi fa vedere il volto scavato e sofferente di una ragazzina e, pochi minuti dopo, una fotografia ritrare la cantante scozzese con un’altra ragazzina, questa volta serena e in salute: «Ecco come si deve curare una persona, ecco cosa possiamo fare. Ci sono milioni di bambini nelle stesse condizioni che aspettano il nostro aiuto».
برلسكوني يبحث موضوع الهجرة مع القذافي
يقوم رئيس الحكومة الايطالية سيلفيو برلسكوني بزيارة رسمية لليبيا يجتمع خلالها بالزعيم الليبي معمر القذافي.
وجاء في بيان اصدره مكتب رئيس الحكومة الايطالية ان برلسكوني اجرى محادثات مع القذافي ضحى الجمعة، ثم حضر مأدبة غدا اقامها على شرفه الزعيم الليبي.
ومن المقرر ان يغادر برلسكوني ليبيا عائدا الى بلاده في وقت لاحق من يوم الجمعة.
ومع ان مسؤولي الجانبين لم يفصحوا عن طبيعة المواضيع التي ناقشها الزعيمان، يعتقد انهما بحثا مسألة الهجرة غير الشرعية من ليبيا الى اوروبا عن طريق ايطاليا.
وما برحت الحكومة الايطالية تطالب ليبيا منذ سنوات تعزيز دورياتها البحرية لاعتراض القوارب التي يستخدمها المهاجرون.
وتشير الاحصائيات الايطالية الرسمية الى ان زهاء 16,500 مهاجر غير شرعي وصلوا الى الشواطئ الايطالية قادمين من ليبيا في العام الماضي 2007.
كي مون يأمل أن تشارك اليابان بمهمة بالسودان

طوكيو – العرب اونلاين – وكالات : قالت وكالة كيودو اليابانية للأنباء السبت إن بان كي مون الأمين العام للأمم المتحدة قال إنه يأمل أن تشارك القوات اليابانية في عمليات حفظ السلام التابعة للأمم المتحدة في السودان.

ونقل عن بان قوله قبل زيارة لليابان في المرحلة الأولى من جولة يقوم بها لآسيا \"أتمنى أن تساهم اليابان ذات القدرات الكبيرة بشكل أكبر في مجالات متخصصة للغاية مثل مجالات الهندسة والنقل والتموين\".

وأبلغ مسؤولون حكوميون يابانيون رويترز في مايو آيار أن طوكيو في المراحل النهائية من اتخاذ قرار بخصوص ما إذا كانت سترسل قوات إلى جنوب السودان.

وطوكيو حريصة على المشاركة في عمليات الأمم المتحدة بالسودان في محاولة لدعم طموحاتها بالحصول على مقعد دائم في مجلس الأمن.

إلا أن دستور اليابان السلمي يقيد مشاركتها في أنشطة عسكرية خارج البلاد ويحظر عليها استخدام القوة لتسوية نزاعات دولية.

وقد وصل الامين العام للامم المتحدة بان كي مون السبت الى اليابان المحطة الاولى في جولة اسيوية تستمر اسبوعين سيزور خلالها كذلك الصين وكوريا الجنوبية ويشارك في قمة مجموعة الثماني في هوكايدو، على ما افاد مسؤول في المطار.

ومن المقرر ان يبقى بان كي مون في اليابان حتى الاول من تموز/يوليو ويلتقي رئيس الوزراء ياسو فوكودا ووزير الخارجية ماساهيكو كومورا والامبراطور اكيهيتو.

وهذه اول زيارة لبان الى اليابان منذ اختياره امينا عاما للامم المتحدة مطلع العام الماضي. وينتقل بعد اليابان الى الصين ومن ثم الى بلاده كوريا الجنوبية.

وبعدها ينتقل بان الى توياكو في شمال اليابان للمشاركة في قمة مجموعة الدول الثماني الصناعية الكبرى.