sabato 2 febbraio 2008

UNAMID - Missione di pace



DARFUR/ BAN KI MOON SOLLECITA DISPIEGAMENTO CASCHI BLU
31-01-2008 14:44
Segretario Onu d'accordo con presidente Sudan
Roma, 31 gen. (Apcom) - Il Segretario Generale Ban Ki-moon e il presidente sudanese Omar al-Bashir hanno concordato sulla necessità di accelerare il processo di dispiegamento della missione di pace Nazioni Unite-Unione Africana in Darfur (UNAMID).
Nel corso di una riunione a Addis Abeba, Ban e al-Bashir hanno discusso sulla situazione nel Darfur, dove UNAMID sta cercando di sedare la violenza e le violazioni dei diritti umani e creare condizioni di stabilità.
UNAMID è subentrata ad una precedente missione dell'Unione Africana nel Darfur e si prevede che disponga di circa 26,000 soldati e agenti di sicurezza.
Ban ha sottolineato l'importanza di impegnarsi con tutte le parti per il Darfur, in cui dal 2003 almeno 200,000 persone sono state uccise e altri 2,2 milioni sono state sfollate dalle loro case a causa dei combattimenti tra ribelli, governo e Janjaweed.
Il Segretario Generale ha anche esortato al-Bashir a proseguire l'attuazione degli impegni contenuti nell'accordo di pace globale (CPA), per porre fine alla guerra civile tra il nord e il sud del Sudan.
In precedenza, il Segretario Generale si era incontrato con il Presidente dell'Unione Africana, Alpha Oumar Konaré, con cui aveva discusso della situazione in Darfur, della necessità di compiere progressi in materia di dialogo tra le varie parti e degli sviluppi più recenti tra Sudan e Ciad.
Ban ha poi incontrato separatamente i tre presidenti africani: John Kufour del Ghana, Omar Bongo del Gabon e Yoweri Museveni dell'Uganda.
All'inizio della settimana Ban aveva inviato una lettera al Presidente del Consiglio di Sicurezza per informarlo della nomina del tedesco Patrick Schneider nel Gruppo di Esperti ONU incaricati di monitorare le sanzioni in Darfur.

BAN KI MOON ed Presedente del Sudan hanno raggiunto un itesa per i caschi blue.

giovedì 31 gennaio 2008

Pace ancora lontana




DARFUR/ GRUPPI RIBELLI SI UNISCONO PER FAVORIRE PROCESSO DI PACE
Dovrebbero presentarsi unite al tavolo dei negoziati
postato 1 giorno fa da APCOM
Roma, 21 gen. (Apcom) - Si chiamerà United Resistance Front (Urf), la coalizione di cinque gruppi ribelli che da alcuni mesi a Juba, in Sud Sudan, stanno discutendo una posizione comune in vista di una piena partecipazione al processo di pace cominciato lo scorso ottobre a Sirte (Libia): lo ha detto all'agenzia Misna George Ola-Davies, il portavoce degli inviati di Unione Africana (Ua) e Onu riferendo alcuni particolari dell'ultimo viaggio di questi ultimi due nel paese.
"Selim Ahmed Selim e Jan Eliasson - ha detto all'agenzia Misna Ola-Davies - hanno incontrato rappresentanti del governo a Khartoum, dei ribelli in Nord Darfur e del Movimento per la liberazione del Sudan (Splm) a Juba; il viaggio si è concluso con diversi risultati positivi, tra cui la constatazione che il processo di unificazione di alcune fazioni ribelli sta facendo progressi". Perché le trattative di pace procedano speditamente - sostengono i due inviati di Ua e Onu - è necessario che le varie fazioni che da quasi cinque anni combattono nella regione occidentale del Sudan con le forze governative si riducano in numero e riescano a presentarsi unite al tavolo dei negoziati.
"E' per questo motivo - ha aggiunto il portavoce - che stiamo provando a convogliare i nostri sforzi nell'organizzazione di un incontro simile a quello che fu tenuto nel 2005 ad Arusha in Tanzania con la partecipazione dei gruppi ribelli del Darfur e con questa agenda: condivisione del potere, assistenza sanitaria, sicurezza, assistenza umanitaria, questione della proprietà della terra". Rispetto ad Arusha si sta cercando di coinvolgere tutte le principali fazioni in lotta, compreso il Movimento per l'eguaglianza e la giustizia (Jem) che nelle ultime settimane ha intensificato le sue operazioni contro l'esercito di Khartoum: "Abbiamo contatti anche con loro - ha confermato all'agenzia Misna Ola-Davies - un incontro è stato finora reso impossibile per le precarie condizioni di sicurezza".

mercoledì 30 gennaio 2008

Missione di Pace


Notizie Darfur 30.jan Italiano
Darfur – Scatta la missione militare di pace europea
“Disco verde” dai ministri degli Esteri dell'Ue per l'invio di un contingente in Ciad e Centro Africa, a protezione delle decine di migliaia di profughi, vittime della guerra civile scoppiata nel 2003
ROMA – I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno dato il via libera al lancio della “Eufor”, la missione di peacekeeping in Ciad e Centro Africa per la protezione dei profughi del Darfur, sulla base della risoluzione 1778 delle Nazioni Unite. La forza militare di pace sarà inviata nella zona di frontiera tra il Ciad ed il Sudan, in quella regione a cavallo tra i due Stati che subisce i contraccolpi della guerra del Darfur, e dove sono rifugiati decine di migliaia di profughi. Il suo quartier generale sarà ad Abechè, la principale città della zona orientale del Ciad, dove sono già presenti decine di organizzazioni umanitarie. Secondo il capo della missione della Ong britannica “Oxfam” nella regione, la situazione nell’est del Ciad e nell’ovest del Sudan presenta molte analogie, perché in entrambi i territori vivono membri della stessa etnia. La guerra in Darfur è scoppiata nel febbraio 2003 quando le etnie africane si sono ribellate al governo di Khartoum, in mano agli arabi, per denunciare la loro emarginazione. La crisi da confitto etnico è diventata poi politica e di frontiera. Il Sudan ha accusato il presidente del Ciad Idris Deby Itno ed il suo entourage, appartenente all’etnia Zaghawas come gran parte dei ribelli del Darfur, di sostenerli. Mentre N'Djamena ha accusato il governo di Khartoum di fornire aiuti ai ribelli ciadiani. Dopo il 2003 la guerra si è estesa verso est al vicino Ciad, dove si sono riversati circa 240.000 profughi in fuga dal conflitto. A causa delle incursioni nel Ciad orientale di miliziani arabi “janjaweed”, sostenuti dal governo di Khartoum, anche circa 180.000 ciadiani sono stati costretti ad abbandonare le proprie case. La forza di pace dell’Unione Europea non sarà inviata per controllare la frontiera, ha informato un alto militare europeo. «Andremo essenzialmente per rendere sicure le zone dove sono concentrati i rifugiati e gli sfollati e per facilitare il lavoro umanitario», ha detto. L'Eufor è il più grande impegno militare per la politica di difesa della Ue. Gli uomini e l’equipaggiamento saranno forniti da 14 Stati membri, ma la parte del leone spetterà alla Francia, che metterà a disposizione tra i 2.000 e 2.100 uomini sui 3.700 complessivi. Forze significative verranno anche da Olanda, Polonia, Svezia, Austria e Irlanda. L'Italia contribuirà con un ospedale e un centinaio di uomini (personale sanitario militare e un plotone di trasmissione) che opererà ad Abechè. Il mandato della missione ha una durata di 12 mesi, ma dopo i primi sei mesi è prevista una valutazione di metà mandato, in accordo con l’Onu, per decidere un eventuale prolungamento.28/1/2008

Eufor e pace in Darfur



في شرق تشاد

نجامينا (ا ف ب) - يتزامن بدء انتشار قوة الاتحاد الاوروبي في تشاد وجمهورية افريقيا الوسطى (يوفور) مع اعمال عنف جديدة استعرت في شرق تشاد حيث قصفت القوات التشادية الثلاثاء مواقع للمتمردين المناوئين للرئيس ادريس ديبي.
وبات يتواجد في تشاد قرابة مئة جندي فرنسي وسويدي وايرلندي وهولندي وايطالي من قوة يوفور التي اعطاها الاتحاد الاوروبي الاثنين الضوء الاخضر النهائي للانتشار تحضيرا لهذا الانتشار حيث يقومون بانشاء قاعدة خلفية لوجيستية في نجامينا ويعدون في ابيشي كبرى مدن شرق تشاد لاقامة مقر القيادة العملانية للقوة.
ويتولى هؤلاء الجنود التحضير لانتشار القوة والاستكشاف الميداني حسبما اعلن لوكالة فرانس برس في تشاد ضابط في يوفور.
وقال قائد يوفور الجنرال الايرلندي باتريك ناش في بروكسل الثلاثاء ان انتشار قواته الآتية من 14 دولة اوروبية في شرق تشاد وشمال شرق افريقيا الوسطى سيتطلب اشهرا عدة وانها لن تباشر مهامها قبل آذار/مارس وستقوم بدورها كاملا اعتبارا من منتصف ايار/مايو.
ولكن اعمال العنف التي تجددت منذ الثلاثاء في شرق تشاد عند الحدود مع السودان تؤكد بان مهمة القوات الاوروبية ستكون صعبة.
وقصف الطيران التشادي الثلاثاء مواقع للمتمردين المناهضين للرئيس ادريس ديبي في شرق البلاد على بعد حوالى خمسين كلم فقط عن منطقة غوز بيدا حيث تنتشر مخيمات كبيرة للاجئي دارفور الاقليم السوداني المجاور الغارق في الحرب الاهلية والتي ستتولى يوفور حمايتها.
وقال اباكار توليمي وهو احد زعماء المتمردين لوكالة فرانس برس "صباح (الثلاثاء) قام طيران ديبي بقصفنا قرب الحدود السودانية (...) دفاعاتنا الجوية تصدت له".
واكد مصدر عسكري تشادي لوكالة فرانس برس عمليات القصف موضحا انها بدأت مساء الاثنين في منطقة تبعد 15 كلم عن الحدود السودانية.
واضاف المصدر ان "المتمردين الذين كانوا في السودان عبروا الحدود امس" الاثنين.
وهذه المواجهات هي الاولى بين المتمردين والجيش التشادي منذ بداية كانون الاول/ديسمبر.
واتهمت نجامينا السودان ب"اعطاء الاوامر" الى المتمردين التشاديين المتمركزين في دارفور لاجتياز الحدود ومهاجمة مواقع القوات الحكومية التشادية.
وقالت الحكومة التشادية في بيان الثلاثاء "في 28 كانون الثاني/يناير امر السودان مرة جديدة مرتزقته (المتمردين التشاديين المتمركزين في السودان المجاور) بعبور الحدود الوطنية لمهاجمة مواقع قوات الدفاع والامن" التشادية مؤكدة انها "في حالة دفاع مشروع عن النفس وتحتفظ بحقها في ممارسة حقها بالملاحقة".
من جهتهم جدد المتمردون الثلاثاء اتهامهم لفرنسا.
ومنذ 1986 ينتشر في تشاد قرابة 1100 جندي فرنسي ضمن اطار قوة ايبيرفييه المعززة بطائرات نقل واستطلاع ومقاتلات.
وقال المتحدث باسم المتمردين عبد الرحمن كلام الله ان هذه الطائرات حلقت فوق مواقع المتمردين لتزويد القوات الحكومية التشادية بمعلومات عن مواقعهم. واضاف "هذا يبين ان فرنسا ضالعة بالكامل في الحرب" وانها "لا تملك اي شرعية لتكون جزءا من قوة دولية".
الا ان يوفور التي ستضم 3700 جندي تتكون بشكل اساسي من الجنود الفرنسيين البالغ عددهم فيها 2100 وقد اضطرت فرنسا الى زيادة مساهمتها في هذه القوة بعدما كان عقد الاخيرة مهدد بالانفراط.
واثار نواب اوروبيون ومنظمات غير حكومية مخاطر حصول تداخل بين قوتي ايبيرفييه ويوفور.
ولكن الجنرال ناش اكد ان "القوتين منفصلتان" منوها في الوقت عينه بدور فرنسا "الاساسي" في هذه القوة ومشيرا الى ان طائرات الميراج التابعة لقوة ايبيرفييه يمكن ان تساند عند الضرورة قوة يوفور.
وشدد ناش على "التفويض الواضح للغاية" المعطى من الامم المتحدة لقوته والذي يقضي بحماية كل من لاجئي دارفور والمواطنين النازحين داخل تشاد وافريقيا الوسطى فضلا عن حماية موظفي الامم المتحدة والبعثات الانسانية.
ومن المفترض ان تتولى يوفور حماية 241 الف لاجئ سوداني من دارفور مقيمين في شرق تشاد وثلاثة آلاف آخرين في شمال شرق افريقيا الوسطى فضلا عن 179 الف نازح تشادي و20 الفا من مواطني افريقيا الوسطى نازحين داخل بلديهم هربا من اعمال العنف.
ومن المقرر ان يطلق الجنرال الفرنسي جان فيليب غاناشيا الذي يتولى القيادة الميدانية ليوفور
الخميس في نجامينا اشارة الانطلاق الميدانية لقواته.


DARFUR/ POLIZIA ONU TORNA NEI CAMPI SFOLLATI: "ULTIMA SPERANZA"
28-01-2008 19:45
Comandante: si rischia fallimento se non arrivano uomini e mezzi
Abou Shouk (Sudan), 28 gen. (Ap) - Due madri sfollate affidano i loro bambini a un ufficiale della polizia Onu e si stringono per una fotografia; altri poliziotti Onu aiutano altre donne a riempire i loro recipienti di acqua. Immagini dal Darfur, impensabili fino a qualche settimana fa, che dimostrano come la nuova forza di pace congiunta Onu-Unione africana stia avendo successo nei campi sfollati della regione sudanese. Anche se i più alti ufficiali ammoniscono sul rischio di un fallimento dei berretti blu se non verranno inviati presto più uomini e mezzi.
Un giornalista dell'Associated Press è stato il primo cronista internazionale a poter seguire per una settimana il lavoro dei peacekeeper nei campi. La nuova forza di pace, composta da militari e poliziotti, ha iniziato a dispiegarsi nella regione all'inizio di gennaio. Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha autorizzato 26.000 peacekeeper, ma al momento se ne contano solo 9.000, di cui 7.000 della precendente missione di pace dell'Unione africana (Ua), presente sul terreno dal 2004. "Il colore del berretto e il nuovo mandato ha cambiato tutto", ha detto il sovrintendente di polizia Eze Emmanuel, nigeriano, mentre pattuglia il campo di Abou Shouk, alle porte della città di El Fasher, capitale del Darfur del Nord.
Sono 90.000 i civili che hanno trovato rifugio nel campo di Abou Shouk, considerato fino a qualche settimana fa zona off-limit. Molti peacekeeper, disarmati, erano stati attaccati o cacciati dal campo perchè incapaci di rispondere alle richieste degli sfollati. Una volta lanciata la missione di pace congiunta (Unamid), la sicurezza del campo è stata posta come prioritaria. Pattuglie non armate controllano almeno due volte al giorno i campi, precisa il sovrintendente David Eklu, dal Ghana. "Stiamo operando per arrivare ad avere una presenza di 24 ore al giorno per tutti e sette i giorni della settimana", ha aggiunto. Tuttavia, al momento mancano gli uomini, e i più alti funzionari di Unamid lanciano l'allarme sul rischio di fallimento. Oggi sono presenti solo 1.400 dei previsti 6.000 poliziotti, e il Bangladesh è l'unico paese ad aver inviato le truppe. Ancora più urgente è il dispiegamento degli altri 13.000 militari previsti, a fronte dei 7.000 presenti, e dei mezzi logistici, elicotteri in particolare, che l'Occidente tarda a inviare.
Allo stato attuale, "possiamo solo adempiere a parte del mandato Unamid", ha ammesso il comandante della missione, il generale Martin Agwai. Il conflitto scoppiato nel febbraio 2003 ha lasciato senza casa circa 2,5 milioni di persone, rifugiatesi nei campi sfollati presenti in Darfur e nei paesi vicini, Ciad e Repubblica Centrafricana. Oggi, le pattuglie Unamid sembrano più impegnate a rincuorare i rifugiati che a contrastare la criminalità che si è diffusa nei campi. I militari girano per i campi, stringono mani e discutono con gli anziani, nell'ambito di quella che viene definita "una strategia per alimentare la fiducia". "E' la prima cosa, ma dimostra che noi siamo qui per aiutarli - dice un poliziotto mentre aiuta una donna a trasportare il suo carico di acqua - noi siamo esseri umani come loro, sentiamo le loro sofferenze. Vogliamo che riconoscano le nostre facce e i nostri nomi, che ci conoscano". La missione sta inoltre preparando i piani per rilanciare le cosiddette "pattuglie per la legna", a tutela delle donne che si allontanano dai campi per raccogliere la legna necessaria per cucinare e che spesso rimangono vittime di violenze sessuali durante il tragitto. Il sovrintendente Eklu auspica di poter lanciare presto anche corsi per insegnare alla polizia sudanese e ai ribelli "a rispettare i diritti umani e lo stato di diritto".
Il comandante Agwai ha sottolineato che la sfida principale sarà quella di soddisfare le aspettative degli sfollati con le forze limitate a disposizione. Il tempo c'è, aggiunge, e molto probabilmente gli sfollati tollereranno ancora per un po' il livello di violenza e insicurezza, ma occorre che contemporaneamente vengano dispiegate le forze Onu-Ua. Altrimenti si rischia "un'eruzione vulcanica" contro la missione, qualora dovessero avvenire massacri e Unamid si rivelasse incapace di tutelare i civili. "Se hanno aspettato cinque anni, possono aspettare ancora cinque mesi - ha detto il comandante - e alla fine cominceranno a vedere cambiamenti sul terreno". Ad Abou Shouk, un leader tribale, Omda Hussein Itzakh, volge sguardi inquieti ai peacekeepers che conversano con la polizia sudanese all'entrata del campo, ma si dice contento del ritorno dei caschi blu. "Sappiamo che è la nostra ultima opportunità, per questo speriamo che siano seri nel darci aiuto", sottolinea.


نشر القوات الدولية بدارفور "لن يكتمل قبل نهاية العام"
قال جيان ماري جوهينو، مسؤول شؤون حفظ السلام في الأمم المتحدة، إن اكتمال نشر القوات المشتركة من الاتحاد الأفريقي والمنظمة الدولية في إقليم دارفور السوداني سيستغرق معظم العام الحالي.
وأضاف المسؤول الدولي أنه لم تتم حتى الآن المساهمة بأعداد كافية من عناصر حفظ السلام التي كان مخططا نشرها في دارفور، وأنه تم إرسال تسعة آلاف جندي فقط من أصل الـ 26 ألف عنصر المقرر نشرهم في الإقليم المضطرب. المرة الأولى
يُذكر أن هذه هي المرة الأولى التي تعلن فيها الأمم المتحدة أنه قد يكون هنالك مثل هذا الإرجاء الطويل لإكمال نشر قوات حفظ السلام في دارفور.
ويعزو المراقبون سبب تأجيل نشر بعثة قوات الأمم المتحدة-الاتحاد الأفريقي (يوناميد) في دارفور إلى وجود عقبات تفرضها الحكومة السودانية، بما فيها القيود على اتصالات أفراد القوة وحظر الطيران الليلي.

لم نتمكن من نشر بعض القوات التي كنا نخطط لنشرها في الإقليم جيان ماري جوهينو، مسؤول شؤون حفظ السلام في الأمم المتحدة
كما رفضت الخرطوم أيضا بعض الفرق من القوات غير الأفريقية، فقد قال جوهينو: "لم نتمكن من نشر بعض القوات التي كنا نخطط لنشرها في الإقليم."
وأضاف أن القوات الدولية تفتقر أيضا إلى المعدات الأساسية، مثل طائرات الهيلوكبتر الضرورية للتنقلات في الإقليم الذي تبلغ مساحته بقدر مساحة فرنسا. مباحثات "إيجابية"
وقال جوهينو إن المباحثات مع الحكومة السودانية بشأن ظروف وشروط عمل قوات حفظ السلام في دارفور كانت "إيجابية" حتى الآن.
وقالت ماري هاربر، محررة الشؤون الأفريقية في الخدمة العالمية في بي بي سي، إن هناك توقعا ضئيلا بإحراز أي تقدم ذي معنى في إعادة الأمن إلى دارفور نظرا للتأجيل المتوقع لنشر قوات حفظ السلام في الإقليم.
يذكر أن منظمة العفو الدولية كانت قد دعت السودان يوم الثلاثاء الماضي إلى "وقف عرقلة عمل نشر قوات حفظ السلام الدولية" في إقليم دارفور.
وقال تقرير أصدرته المنظمة المعنية بحقوق الإنسان إن هناك حاجة لتواجد قوات حفظ السلام على الأرض بأسرع وقت ممكن بغية احتواء موجة العنف الجديدة في مخيمات اللاجئين. "نازحون في دارفور"
كما طالبت المنظمة في تقريرها، الذي صدر بعنوان "نازحون في دارفور"، المجموعة الدولية بضمان توافر الواردات والطواقم اللازمة لدى هذه القوات.
وقالت إن الوضع في دارفور ينذر بالانفجار، وإن الأمن هناك في تدهور، ومخيمات النازحين تغرق بالأسلحة، وإن الغضب والإحباط يتعاظمان في صدور الجيل الجديد من أهالي دافور.
وأضافت أن الناس في الإقليم لا يتمتعون بالحماية، بالإضافة إلى أن قوة الاتحاد الإفريقي، التي انقضى أجل عملها حاليا، تسير في النهار أحيانا دورية واحدة فقط.
واتهم تقرير المنظمة الحكومة السودانية أيضا بمواصلة هجماتها على اللاجئين وتزويد مقاتلي الجنجويد بأسلحة جديدة، رغم التعهد بنزع سلاح الجماعات المسلحة هناك.
يذكر أن أكثر من 200 ألف شخص قُتلوا وشُرِّد أكثر من مليونين آخرين خلال السنوات الخمس الأخيرة في الإقليم الواقع غربي السودان.
Europa ha fatto bene a mandare sua aeri e soldati in Centro Africa Reppublica e Taschad sul confine Sudanese per proteggere i reffugati Darfuriani

lunedì 28 gennaio 2008

Janjaweed ancora


DARFUR: "JANJAWEED" ASSALTANO VILLAGGIO, ALMENO 22 MORTI

(AGI) - Khartoum, 26 gen. - E' di almeno 22 morti il bilancio dell'assalto sferrato da un gruppo di individui armati contro il villaggio di Sharaf-Yadad, 30 chilometri a nord-ovest di al-Youneina, nel Darfur: lo ha denunciato un deputato al Parlamento di Khartoum, Bashir Irahim Yehiya, eletto in una delle circoscrizioni della tormentata regione occidentale del Sudan. Il parlamentare non ha formulato accuse specifiche, ma dalla sua descrizione sembra essersi trattato di un'incursione dei cosiddetti 'janjaweed': le temute milizie arabe e filo-islamiche che tiranneggiano la popolazione civile autoctona, in massima parte di fede animista o cristiana, sfruttando la tolleranza o addirittura la connovenza delle autorita' sudanesi; di fatto sono predoni alleatisi con le forze governative contro i guerriglieri del Darfur. Stando a quanto riferto da Yehiya, ionfatti, gli assalitori erano armati fino ai denti e, caratteristica tipica, pochi erano quelli giunti a bordo di fuoristrada, i piu' montando invece cammelli o cavalli. Completato l'eccidio, prima di dileguarsi gli invasori hanno saccheggiato l sede del Consiglio Municipale. Tra le vittime anche un capo tribu' della zona.
Will never finish the Janjaweed asault and killings, it is shamefull.
Ma il Janjaweed colpiscono ancora e una vergogna