giovedì 14 agosto 2008
Wadi atrun
Sudan - Darfur - L'esercito riconquista le aree di Wadi Atron nel nord Darfur
13 Agosto 2008, 09:47
L'esercito sudanese ha dato inizio a una massiccia operazione per spazzare via le basi dei ribelli nel nord Darfur. Le forze di sicurezza di Khartoum hanno attaccato la zona di Wadi Atron, sul confine libico, con oltre 200 mezzi corazzati e hanno preso il controllo delle aree che per anni sono state in mano dei ribelli. Tanto il rappresentate della Sudan Liberation Army, Suleiman Marajan, quanto al-Sayyd Sherif della Unity, considerano il gesto di Khartoum "una nuova dichiarazione di guerra".
martedì 12 agosto 2008
Darfur1917
Genocidio in Darfur: le altre Olimpiadi in un campo profughi del Ciad
matteo.fagotto Lunedì 11 Agosto 2008 Un commento * * 1 votoCondividi
Un bambino canta a squarciagola l’inno nazionale sudanese tra rifugi fatti di paglia e fango, mentre sullo sfondo del deserto alcuni ragazzi si esibiscono in partite di basket e calcio. Non siamo alle Olimpiadi di Pechino ma a migliaia di chilometri di distanza, in un anonimo campo profughi al confine tra Ciad e Sudan. Quella che sta andando in onda è la “cerimonia di apertura alternativa” di Darfur Olympics, l’ennesima iniziativa dell’attrice americana Mia Farrow per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla guerra in corso nella regione sudanese. E sull’appoggio che la Cina dà al governo di Khartoum.
Per una settimana, dall’apertura dei Giochi veri fino al 15 agosto, la Farrow ha deciso di vivere in un campo profughi, uno dei tanti che accolgono i civili in fuga dal Darfur, dove la guerra tra milizie Janjaweed ed esercito sudanese da un lato e ribelli dall’altro ha provocato almeno 300.000 vittime e circa due milioni di sfollati. Ma il pezzo forte della campagna è riservato alle Olimpiadi. L’attrice ritiene infatti la Cina, che acquista circa due terzi del petrolio sudanese ed è una stretta alleata di Khartoum al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, tra i maggiori responsabili della guerra. Anche perché Pechino fornisce a Khartoum le armi che finiscono in mano alle milizie alleate del governo, in aperta violazione delle risoluzioni Onu.
Per questo, consapevole del fatto che sarebbe stato impossibile boicottare le gare sportive, la Farrow ha chiesto all’opinione pubblica mondiale di non guardare gli spot televisivi delle compagnie che sponsorizzano le Olimpiadi. Secondo l’attrice, la pubblicità finanzia di fatto il genocidio delle popolazioni africane sudanesi, in aperta contraddizione con la filosofia dei Giochi.
Sul sito internet di Darfur Olympics (guarda il VIDEO) si trovano video-interviste con i profughi, una sezione sulla vita quotidiana al campo (il cui nome non viene reso noto per ragioni di sicurezza) e un blog tenuto dalla stessa attrice, oltre che rapporti e notizie sulla situazione della regione. Con la speranza che, almeno per una settimana, gli improvvisati atleti darfurini possano attirare l’attenzione del mondo.
matteo.fagotto Lunedì 11 Agosto 2008 Un commento * * 1 votoCondividi
Un bambino canta a squarciagola l’inno nazionale sudanese tra rifugi fatti di paglia e fango, mentre sullo sfondo del deserto alcuni ragazzi si esibiscono in partite di basket e calcio. Non siamo alle Olimpiadi di Pechino ma a migliaia di chilometri di distanza, in un anonimo campo profughi al confine tra Ciad e Sudan. Quella che sta andando in onda è la “cerimonia di apertura alternativa” di Darfur Olympics, l’ennesima iniziativa dell’attrice americana Mia Farrow per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla guerra in corso nella regione sudanese. E sull’appoggio che la Cina dà al governo di Khartoum.
Per una settimana, dall’apertura dei Giochi veri fino al 15 agosto, la Farrow ha deciso di vivere in un campo profughi, uno dei tanti che accolgono i civili in fuga dal Darfur, dove la guerra tra milizie Janjaweed ed esercito sudanese da un lato e ribelli dall’altro ha provocato almeno 300.000 vittime e circa due milioni di sfollati. Ma il pezzo forte della campagna è riservato alle Olimpiadi. L’attrice ritiene infatti la Cina, che acquista circa due terzi del petrolio sudanese ed è una stretta alleata di Khartoum al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, tra i maggiori responsabili della guerra. Anche perché Pechino fornisce a Khartoum le armi che finiscono in mano alle milizie alleate del governo, in aperta violazione delle risoluzioni Onu.
Per questo, consapevole del fatto che sarebbe stato impossibile boicottare le gare sportive, la Farrow ha chiesto all’opinione pubblica mondiale di non guardare gli spot televisivi delle compagnie che sponsorizzano le Olimpiadi. Secondo l’attrice, la pubblicità finanzia di fatto il genocidio delle popolazioni africane sudanesi, in aperta contraddizione con la filosofia dei Giochi.
Sul sito internet di Darfur Olympics (guarda il VIDEO) si trovano video-interviste con i profughi, una sezione sulla vita quotidiana al campo (il cui nome non viene reso noto per ragioni di sicurezza) e un blog tenuto dalla stessa attrice, oltre che rapporti e notizie sulla situazione della regione. Con la speranza che, almeno per una settimana, gli improvvisati atleti darfurini possano attirare l’attenzione del mondo.
lunedì 11 agosto 2008
Darfur 1917
علي عثمان محمد طه يتهم الترابي بتأجيج الصراع في دارفور
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شن علي عثمان طه نائب الرئيس السوداني, هجوما عنيفا علي حزب المؤتمر الشعبي بقيادة حسن الترابي, في مؤتمر الحركة الإسلامية الذي أختتم أعماله أمس. واتهم طه المؤتمر الشعبي بأنه وراء إشعال الحرب في دارفور وتحويل القضية من مجرد صراع بين القبائل الي حرب ضد الدولة. ومن جهة أخري, اعتبر نائب الرئيس اتهامات المحكمة الجنائية الدولية ضد الرئيس عمر البشير عملية تهدف الي ضرب النظام القانوني الدولي وتحيله من التراضي الذي بني عليه الي الاكراه والإجبار. ودعا طه في المؤتمر الصحفي الذي عقده عقب اختياره أمينا عاما للحركة الإسلامية, الي ضرورة تجديد القيادات وتوسيع دائرة بناء الخبرات داخل الحركة الإسلامية, وأشار الي أن الحركة قررت أن يكون حزب المؤتمر الوطني العام ساحتها السياسية ومنبرها الذي تصل عبره للسودان. وقال طه إن المؤتمر أكد وحدة السودان أرضا وشعبا, والتزام الحركة بالمواثيق والاتفاقيات التي وقعت, وأوضح أن المؤتمر نظر في ادعاءات المحكمة الجنائية الدولية ووصفها بأنها محاولة لعرقلة التحول الديمقراطي في السودان
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