sabato 26 febbraio 2011

Lezioni del popoli !!!

La lezione dei popoli magrebin
26 Febbraio, 2011 00:47:00 | 48 numero letture
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Un fuoco rivoluzionario di vastissime proporzioni arde su tutto il fronte nordafricano, in pratica sulla sponda meridionale del Mediterraneo, a pochi chilometri dalle coste italiane. La fiamma è inizialmente divampata in Algeria, appiccando un incendio che ha contagiato facilmente le altre nazioni magrebine come Tunisia, Marocco, Egitto, nonché parte della penisola arabica, Arabia Saudita, Bahrein, Mauritania, Sudan, Yemen, Giordania, Libano, Siria ed altri Stati che non sono esposti all'attenzione dei mass-media.
In questi giorni l’incendio sta infiammando la Libia del colonnello Gheddafi. Il quale, grazie anche alla complicità criminale del governo Berlusconi e alle armi di fabbricazione italiana, sta massacrando il suo popolo che rivendica maggiori diritti, libertà e un effettivo rinnovamento democratico della società e della politica. E’ il caso di ricordare che l’Italia è il principale fornitore europeo di armi al regime di Gheddafi e il terzo Paese esportatore di armamenti bellici nel mondo, dopo Usa e Gran Bretagna.
Per comprendere la portata degli avvenimenti rivoluzionari di queste settimane non serve la banale spiegazione che suggerisce l’immagine di un "effetto domino", come molti analisti politici teorizzarono per descrivere il crollo dei regimi dell’Est Europeo a partire dall’abbattimento del Muro di Berlino alla fine degli anni ‘80, né la tesi di un “terremoto” politico su ampia scala, come sostengono diversi osservatori odierni, bensì occorre ipotizzare un accumularsi di energie come quello precedente al verificarsi di un evento tellurico, ossia un accumulo di tensioni e di contraddizioni sociali nel quadro di un movimento complessivo paragonabile ad un’espansione tettonica rivoluzionaria.
La tesi complottista secondo cui dietro le rivolte dei popoli arabi si anniderebbero dei “burattinai occulti” che farebbero capo alla solita CIA o al Mossad, cioè i servizi segreti israeliani, è semplicemente ridicola, è una favola, una comoda mistificazione e una riduzione schematica e semplicistica della realtà, che invece è molto più complicata.
L'ondata rivoluzionaria non accenna ad arrestarsi, anzi. Il vento infuocato della rivolta popolare rischia di soffiare ancora e spingersi rapidamente verso il vicino Oriente, investendo l’intera area mediorientale e il Golfo Persico, dove sono in gioco gli interessi economici, strategici e politici più importanti e vitali per l’imperialismo internazionale.
Il significato e gli effetti di queste rivolte trascendono i confini politici nazionali. Siamo di fronte all’inizio di una crisi rivoluzionaria di dimensioni epocali che potrebbe innescare un processo di rottura dei rapporti di forza economici e geo-politici internazionali. Non a caso, gli imperialisti di tutto il mondo temono che altri moti rivoluzionari possano avere luogo in Paesi il cui ruolo è fondamentale come, ad esempio, la Turchia, un prezioso alleato storico della Nato, oppure nei suddetti Stati del Golfo Persico, ricchi di riserve petrolifere indispensabili all’economia capitalistica mondiale.
Le lotte rivoluzionarie del proletariato arabo, in gran parte formato da giovani al di sotto dei 30 anni trascinati da un sincero entusiasmo rivoluzionario, stanno impartendo insegnamenti utili alla fiacca e imborghesita sinistra europea, mostrando al mondo che solo le masse popolari compatte e decise nella lotta rivoluzionaria possono porre termine ad una crisi capitalistica che s’inasprisce sempre più. Le rivolte di piazza nei Paesi magrebini dimostrano che nessun regime politico è invincibile, che le masse proletarie possono rovesciare ogni governo, per quanto dispotico e sanguinario esso sia, che l’appoggio fornito dal sistema imperialista mondiale non basta a mantenerli in vita.

Non c’è dubbio che un ruolo determinante per l’esito definitivo e vittorioso di queste rivoluzioni sia svolto dall’esercito, ma pure in altri momenti storici è accaduto che la diserzione dei militari abbia rappresentato un fattore risolutivo per le sorti di una rivoluzione: si pensi ai soldati e agli ufficiali dell’esercito zarista che scelsero la solidarietà di classe contro i cosiddetti “interessi nazionali”, ponendosi al fianco dell’insurrezione bolscevica in Russia e agevolando la vittoria finale dei Soviet nel 1917.

Venendo alla politica estera italiana, non si può non esecrare con fermezza la posizione, assolutamente inaccettabile e scandalosa, a favore del rais libico mantenuta finora dal governo Berlusconi che si ostina a difendere, nei fatti, il regime di Gheddafi. Coloro che oggi proclamano (a parole) di schierarsi con i popoli arabi che “lottano per la democrazia”, fino ad ieri solidarizzavano e facevano affari con i regimi autocratici di quella regione e peroravano la “nobile causa” della “esportazione della democrazia” attraverso la guerra, un disegno strategico funzionale all’imperialismo nordamericano.

E naturalmente continueranno a solidarizzare e a siglare affari d’oro anche con i futuri despoti e tiranni. Infatti, le cancellerie politiche occidentali auspicano la classica soluzione di stampo gattopardesco, vale a dire una prospettiva di medio o lungo termine che consenta di cambiare tutto affinché nulla cambi e tutto rimanga come prima.
Lucio Garofalo

venerdì 25 febbraio 2011

Sicurezza Sudanese e lo stupro!!!


. sicurezza sudanesi utilizza lo stupro come arma contro gli attivisti dell'opposizione
Ala Subhi

BBC

Ultimo aggiornamento: Venerdì 25 febbraio /

Accusa che guida in questi giorni alle autorità sudanesi di sicurezza senza precedenti.

Related Salpmokhtarat, tempo Alsodanfezh le accuse non ha parlato l'arresto o la tortura solo, ma anche per le molestie sessuali politiche Balnactat opposizioni.

L'ultima di queste accuse e uno degli attivisti dell'opposizione è artista Isaac parte descrittiva, dove lei dice di essere stata violentata dalle forze di sicurezza nel cuore della capitale Khartoum.

E ha fornito una descrizione e una descrizione completa della BBC per quello che gli veniva dalla pestaggi e insulti da quando è stata rapita dalla strada della libertà, nel centro di Khartoum e andare per la città di mare, dove è stata violentata lei dalle forze di sicurezza in uno dei loro uffici vicino alla posizione degli autobus che vanno alla città di Shendi nel Sudan settentrionale.

Ha anche osservato che un certo numero di attivisti che hanno partecipato a manifestazioni in trenta gennaio scorso a Khartoum e di fronte la stessa sorte, ma non parlarne per paura delle loro famiglie e della società.

Egli ha negato l'ambasciatore sudanese a Londra Blue Abdullah categoricamente che tali accuse sono vere, e ha detto che si colloca nel quadro dei tentativi da parte di alcuni partiti e organizzazioni controllate dai comunisti di offuscare l'immagine del Sudan dopo il fallimento di tutti i tentativi precedenti, come diceva lui.

Ha detto che l'ambasciatore sudanese ha anche detto che le autorità sudanesi stanno indagando non solo per la ricezione di tali accuse su Internet e studenti provenienti da ogni aggressione stava per eliminare i sudanesi, e si è impegnato da un rappresentante del Sudan nel Regno Unito, per garantire la protezione di qualsiasi denuncia.

E cominciò a scarico Ajraet già incriminato per conto di Khartoum North, ma lei non ha toccato alcun sostegno nel suo tentativo, si dice, ma che i funzionari le consigliò di mettere fine a queste misure sono, dove non porterà alcun frutto.

Ma ora non sarà in grado di completare tali azioni dopo la sua partenza per il Sudan, ma che rimane nelle mani delle autorità sudanesi al fine di ottenere questa carica in mano.


ENGLESE

Sudanese security uses rape as a weapon against opposition activists
Ala Subhi

BBC

Last Updated: Friday, February 25 / شباط, 2011, 06:11 GMT
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Sudanese activists demanding the release of detainees

Accusation that guides these days to the Sudanese security authorities unprecedented.

Related Salpmokhtarat, Alsodanfezh time the charges did not talk about the arrest or torture only but also for sexual harassment policies Balnactat oppositions.

The last of these charges and one of the activists is part artist opposition descriptive Isaac, where she says she was raped by security forces in the heart of the capital Khartoum.

And provided a descriptive and a full description of the BBC for what came to him from the beating and insulting since she was kidnapped from the street of freedom in the center of Khartoum and go to the city of sea, where she was raped by security forces in one of their offices near the position of the buses that go to the city of Shendi in northern Sudan.

She also noted that a number of activists who took part in demonstrations in the thirtieth of last January in Khartoum and faced the same fate, but they did not talk about it for fear of their families and society.

He denied the Sudanese ambassador in London Blue Abdullah flatly that such accusations are true, and said it comes in the context of attempts by some parties and organizations controlled by the Communists to tarnish the image of Sudan after the failure of all previous attempts as he put it.

He said the Sudanese ambassador also said that the Sudanese authorities are investigating not only to the receipt of such accusations on the Internet and students from any aggression was going to eliminate the Sudanese, and pledged a representative of the Sudan in the United Kingdom to ensure the protection of any complainant.

And began to drain already Ajraet indicted on behalf of Khartoum North, but she did not touch any support in its bid, it says, but that the officials advised her to put an end to these measures are, where they will not bring any fruits.

But now it will not be able to complete these actions after she left for Sudan, but that it remains in the hands of the Sudanese authorities in order to achieve this charge in her hands.

martedì 22 febbraio 2011

VERA DEMOGRAZIA NO AL BUNGA ...BUNGA E RUBERIA.

L'OCCIDENTE HA FATTO SEMBRE QUELLO CHE NEL SUA INTERESSE ORA LA DEMOGRAZIA VIENE DEL POPOLI CON MANI NUDI SOLO MANIFESTAZIONI E PIETRE IL PETROLIO SALI COSA FANNO L'EUROPEI A CHI REVOLGANO ARABIA SAUDITA E RUSSIA LIBIA STA BOLLENDO LE BORSE STANDO CADENDO UNA POLITICA CHE AVETE FATTA DA 50 ANNI ORA NON REGGE GRAZIE A INTERNET E BLOG SIAMO ORA IN MARCIA VERSO DI VOI CHE AVETE COLONIZZATI PER ANNI E QUANDO HITLER HA COMINCIATO LA GUERRA AVETTE CHIESTO AIUTO IN CAMBIO DELLA LIBERTA FU CONCESSA DA NOSTRI NONNI E PADRI ORA NO SIAMO CON LA CINA E CON LA NOSTRA DEMOGRAZIA VERA NO AL BUNGA BUNGA E RUBERIA ......................................................AZIM







La fregata Almand

Il Cairo, 22-02-2011

"Una provocazione senza precedenti, una sfida alla comunità internazionale". Questo per il ministero israeliano degli Esteri il significato dell'annuncio odierno delle
autorità egiziane nel canale di Suez: due navi iraniane sono entrate questa mattina presto nelle acque dello Stretto e raggiungeranno il mar Mediterraneo nel corso della giornata.

Si tratta di una fregata e di una nave di approvvigionamento, ognuna delle quali dovra pagare 290mila dollari per il passaggio. E' la prima volta in tre decenni che le navi militari iraniane attraversano il Canale che collega il Mar Rosso al Mediterraneo. I funzionari di Teheran hanno detto che le navi sono dirette in Siria per una missione di addestramento.

L'operazione è un'ulteriore test degli equilibri precari in Medioriente, scosso da un'ondata senza precedenti di rivolte contro i governi. I nuovi governanti militari dell'Egitto, che hanno preso il potere dopo le dimissioni di Hosni Mubarak dalla presidenza poco più di una settimana fa, hanno concesso l'attraversamento, suscitando più di qualche apprensione a Washington e Tel Aviv. Del resto sembra che l'Egitto non abbia avuto altra scelta, per una convenzione internazionale dell'88 secondo cui il passaggio deve essere aperto "a ogni imbarcazione commerciale o militare".

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato l'Iran di tentare di sfruttare la recente instabilita dell'Egitto. Mubarak, alleato di Israele e degli Stati Uniti che ha governato per circa 30 anni, era considerato un simbolo nella regione contro l'estremismo islamico. "L'Iran vuole far capire al mondo, agli Stati Uniti, a Israele e ad altri paesi del Medioriente, la propria forza raggiunta non solo nelle aree vicine, ma anche lontane, Mediterraneo incluso", ha detto Ephraim Kam dell'istituto per gli studi sulla sicurezza nazionale in Israele.

Un alto comandante navale iraniano aveva annunciato a un'agenzia stampa del Paese, prima dell'inizio delle rivolte in Egitto il 25 gennaio, che l'Iran pianificava di mandare navi nel Mediterraneo dal canale di Suez per addestrare cadetti della marina nella protezione delle navi cargo e petroliere dagli attacchi dei pirati somali. Ma adesso il gesto sembra da un lato rappresentare un test della politica estera del nuovo governo militare dell'Egitto, 'custode' dell'ingresso del canale, e dall'altro voler affermare l'influenza iraniana. Che negli ultimi mesi si è giovata della crescita di alleati politici come Hamas a Gaza e Hezbollah in Libano, e della stretta alleanza con la Siria. Allo stesso tempo, Israele ha perso l'amicizia con la Turchia e la natura dei suoi legami con l'Egitto post-Mubarak resta incerta. Le relazioni tra Egitto e Iran si erano interrotte dopo la Rivoluzione islamica iraniana del 1979 e con il trattato di pace tra Egitto e Israele lo stesso anno, per poi migliorare leggermente negli anni successivi.