martedì 12 agosto 2008

Darfur1917

Genocidio in Darfur: le altre Olimpiadi in un campo profughi del Ciad
matteo.fagotto Lunedì 11 Agosto 2008 Un commento * * 1 votoCondividi

Un bambino canta a squarciagola l’inno nazionale sudanese tra rifugi fatti di paglia e fango, mentre sullo sfondo del deserto alcuni ragazzi si esibiscono in partite di basket e calcio. Non siamo alle Olimpiadi di Pechino ma a migliaia di chilometri di distanza, in un anonimo campo profughi al confine tra Ciad e Sudan. Quella che sta andando in onda è la “cerimonia di apertura alternativa” di Darfur Olympics, l’ennesima iniziativa dell’attrice americana Mia Farrow per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla guerra in corso nella regione sudanese. E sull’appoggio che la Cina dà al governo di Khartoum.

Per una settimana, dall’apertura dei Giochi veri fino al 15 agosto, la Farrow ha deciso di vivere in un campo profughi, uno dei tanti che accolgono i civili in fuga dal Darfur, dove la guerra tra milizie Janjaweed ed esercito sudanese da un lato e ribelli dall’altro ha provocato almeno 300.000 vittime e circa due milioni di sfollati. Ma il pezzo forte della campagna è riservato alle Olimpiadi. L’attrice ritiene infatti la Cina, che acquista circa due terzi del petrolio sudanese ed è una stretta alleata di Khartoum al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, tra i maggiori responsabili della guerra. Anche perché Pechino fornisce a Khartoum le armi che finiscono in mano alle milizie alleate del governo, in aperta violazione delle risoluzioni Onu.

Per questo, consapevole del fatto che sarebbe stato impossibile boicottare le gare sportive, la Farrow ha chiesto all’opinione pubblica mondiale di non guardare gli spot televisivi delle compagnie che sponsorizzano le Olimpiadi. Secondo l’attrice, la pubblicità finanzia di fatto il genocidio delle popolazioni africane sudanesi, in aperta contraddizione con la filosofia dei Giochi.
Sul sito internet di Darfur Olympics (guarda il VIDEO) si trovano video-interviste con i profughi, una sezione sulla vita quotidiana al campo (il cui nome non viene reso noto per ragioni di sicurezza) e un blog tenuto dalla stessa attrice, oltre che rapporti e notizie sulla situazione della regione. Con la speranza che, almeno per una settimana, gli improvvisati atleti darfurini possano attirare l’attenzione del mondo.

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