News del 22-Feb-20087
_Opinioni
Le due superpotenze si contendono una terra ricca di risorse energetiche
Darfur e Usa contro Sudan e Cina
20/02/2008
Se sul fronte del nazionalismo kosovaro la contrapposizione è pressoché nulla ai piú miopi, sull'argomento Darfur risulta veramente troppo difficile negare il vero conflitto moderno: Usa e Cina si contendono il cuore dell'Africa.
Dopo l'altolà di Steven Spielberg che si è rifiutato di prestarsi a consulente artistico delle olimpiadi di Pechino e una feroce lettera di ben nove premi Nobel, finalmente la Cina si è sentita con le spalle al muro.
Il colosso orientale non puó piú far finta di nulla. A chiedergli una presa di posizione non è piú un folto gruppo di "fricchettoni" eternamente contrari ad ogni nuova forma di imperialismo. No. Stavolta si tratta di una lunga lista di nomi importanti a cui difficilmente si puó dir di no, o scrollare le spalle come a dire "che vuoi che possa fare?!?".
Il governo cinese ha annunciato l'invio entro la fine del mese di un suo rappresentante a Khartoum, la capitale del Sudan. Questo "inviato speciale" dovrebbe essere Liu Guijin, intervistato proprio stamattina sul China Daily dove in un'intervista al quotidiano ha dichiarato: "Le potenze occidentali possono esercitare un'influenza positiva sui quei leader ribelli, perché molti di loro vivono nelle capitali occidentali". Ieri, invece, il premier cinese aveva detto a quello britannico, Gordon Brown, che la Cina, con l'aiuto della Gran Bretagna, ha intenzione di "continuare ad adoperarsi senza tregua per arrivare a una soluzione appropriata della questione Darfur". I piú cinici sorridono. I piú sensibili impallidiscono. Specie se si tratta di persone che sanno come nella realtà sia proprio il governo cinese, attraverso lobby economiche, a finanziare l'esercito del governo centrale di Khartoum con le sue truppe sanguinarie dei Janjaweed.
La Cina si arrampica sugli specchi del Palazzo di vetro: ora vorrebbe sostenere di essere stata la prima ad aver inviato i propri militari a combattere per aiutare il Darfur, al fianco di Onu e Unione Africana.
E mentre l'Unicef lancia il grido d'allarme avvertendo che quella del Darfur è la crisi umanitaria piú grave del pianeta e che a rimetterci sono soprattutto i bambini. Mentre al confine col Ciad continuano a confluire i sudanesi del Darfur e i ciadiani che scappano dai bombardamenti (non si sa se di 'Ndjamena o Parigi), il rappresentante di Khartoum al tavolo dei negoziati di pace per il Darfur attacca a viso aperto l'America e schernisce il Segretario di Stato Usa Condoleeza Rice. "Puó leccarsi i gomiti, se pensa che Khartoum si inginocchi alle sue condizioni e accetti le sue pressioni o quelle della comunità internazionale", ha dichiarato Nafi Ali Nafi durante un comizio. La Rice una settimana fa aveva tentato la via della mediazione con il Sudan. Aveva inoltre sollecitato Khartoum ad applicare il Comprehensive Peace Agreement (l'accordo di pace con il sud del Sudan) firmato nel gennaio 2005 dopo 21 anni di guerra civile tra nord e sud del paese. Proprio Nafi compare oggi sul quotidiano "Sudan Tribune" in un'intervista in cui dichiara: "Il Sudan non volterà le spalle ai valori della sharia e alla propria sovranità".
Ora è guerra aperta anche all'alleanza Onu-Unione Africana e alla sua esile missione militare.
Parole Chiave: Sudan, Darfur, Pechino, Cina, Spielberg, olimpiadi, formiche
Autore: Valeria Brigida
Dico siamo Sudanese ma qui sopra la mapa indica che tutti i giacimento di petrolio sono a sud Kurdofan che cofine con il sud-sudan, sbagliata l'edea del giacimento di petrolio ma sembere dove ci sono interese di altri paese non filo americani i euoropei e americani contro la situazione economica ora del europei e molto peggiorata perche il maggiori sportazioni verso l'africa sono calati,
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