martedì 27 maggio 2008

Arresti sistematici

Sudan News

Sudan: i ribelli denunciano arresti arbitrari del governo
martedì 13 maggio 2008
Il capo dei ribelli del Darfur del Slm, Movimento per la liberazione del Sudan, Abdel Wahid Nur ammonisce le autorità sudanesi a mettere fine agli arresti arbitrari, quasi 300 finora, come riporta il quotidiano Al Hayat, nella capitale Khartoum eseguiti dallo scorso fine settimana, dopo l'attacco al governo sudanese da parte del Movimento per la Guistizia e l'Uguaglianza (Jem). La stessa Organizzazione per i diritti umani del Sudan ha accusato le forze di sicurezza di aver organizzato, come rappresaglia contro i darfuriani, una vera e propria campagna razzista su larga scala.


Secondo Nur l'attacco a Khartoum lanciato dal Jem è spiegato dall'atteggiamento discriminatorio del governo contro i cittadini, come africani del Darfur. "Il regime sudanese dovrebbe smettere di arrestare le persone in base al colore della loro pelle - ha dichiarato oggi Nur al Sudan Tribune - perchè questo aggraverà solo le ferite dei civili scappati dal Darfur e riparati a Khartoum per sfuggire alla repressione in atto, iniziata cinque anni fa".
Nel frattempo, il governo ha raddoppiato la taglia sul capo dei ribelli del Jem, Khalil Ibrahim, tenuto responsabile dell'attacco della scorsa settimana, portandola a 246 miloni di dollari per chiunque possa fornire informazioni utili per la sua cattura. Il leader del Movimento per la Giustizia e per l'Uguaglianza ha dichiarato, in un'intervista telefonica all'Associated Press, che continuerà a sostenere le sue truppe nella guerra contro il governo.
La televisione di Stato ha dichiarato che Ibrahim potrebbe trovarsi nel nord del Darfur in una zona desertica e ha fornito un numero di telefono per favorire ulteriormante i cittadini qualora fossero in possesso delle informazioni richieste per la cattura del leader ricercato. Ibrahim potrebbe trovarsi anche in Ciad dati i legami familiari tra il leader del Jem e la potente etnia Zaghawa, che ha base in Ciad.
A tal proposito, il presidente del Sudan, Omar al Bashir, ha minicciato il Ciad di rappresaglie in quanto sostenitore dei ribelli in Darfur. Ieri sera è stata annunciata la chiusura delle frontiere.
Questo è solo l'ultimo episodio del tristemente famoso conflitto in Darfur iniziato nel 2003 quando le tribù africane dei Fur, Zaghalit e Masalit hanno messo in atto una vera e propria rivoluzione contro il governo della capitale Khartoum per rivendicare una maggiore partecipazione all'amministrazione politica del paese e una più equa distribuzione della ricchezza per impiegarla nella regione povera e sottosviluppata e afflitta dall'avanzamento del deserto. Il governo ha risposto con bombardamenti aerei e con l'attacco dei miliziani janjeweed. Dal 2003 si contano per questo conflitto più di 300mila morti e 2,5 milioni di profughi.
Il Movimento per la liberazione del Sudan denuncia il governo di sterminio di massa, deportazione forzata, pulizia etnica contro il Darfur e chiedono il riconoscimento della multireligiosità, multietnicità e multiculturalità in Sudan, e garanzie per le libertà pubbliche e individuali, di culto e di espressione contro l'odio, il razzismo e la discriminazione. I ribelli di Nur annunciano il loro "pieno sostegno e appoggio al passo compiuto dal Jem nel suo confronto militare con il regime", come dichiarato in un comunicato stampa inviato ad Apcom precisando di aver messo "tutte le forze in stato di massima allerta per garantire loro ogni appoggio". "Portare la battaglia a Khartoum è una necessità assoluta per abbattere il regime militare e porre fine alle sofferenze degli emarginati, in particolare quelli del Darfur", prosegue la nota, "necessità di sviluppare nuove modalità di resistenza contro il regime, compiendo azioni che lo costringano a riconoscere i loro diritti". Il comunicato si conclude con un appello al popolo sudanese, perchè sostenga il Jem, e ai propri militanti perchè "offra le informazioni d'intelligence".
SERENA FERRETTI

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