venerdì 5 settembre 2008

Conferenza di Pace

Sudan; ministro esteri: caos se Aia chiede arresto al-Bashir
L'Aia, 4 set. (Ap) - Per il ministro degli esteri sudanese Deng Alor, se il tribunale dell'Aia spiccherà un mandato di cattura nei confronti del presidente sudanese Omar Al Bashir, il paese potrebbe sprfondare nel caos e nell'instabilità.
A luglio il procuratore del tribunale internazionale dell'Aia Luis Moreno Ocampo ha chiesto ai giudici di spiccare un mandato di arresto per il presidente al-Bashir accusandolo di genocidio in Darfur e una decisione è attesa entro le prossime settimane.
Deng Alor, parlando oggi all'Aia, avverte che questa prospettiva aprirebbe una gravissima crisi nel paese, compromettendo il tentativo di giungere alla pace. Incontrando il ministro degli esteri olandese Maxime Verhagen Alor ha detto esplicitamente che qualsiasi mandato di arresto in tal senso "potrebbe causare instabilità politica interna nel paese, ulteriore instabilità... prolungando anche la guerra in Darfur e scongiurando la possibiltià di arrivare a un accordo di pace comprensivo nel sud del paese".
Dal canto suo, Al-Bashir ha già detto a più riprese di non riconoscere la giurisdizione del Tribunale Penale Internazionale e si è impegnato a non consegnare mai alla corte dell'Aia alcun cittadino sudanese. Il tribunale dell'Aia ha già chiesto l'arresto del ministro per gli affari umanitari sudanese Ahmed Harun e per uno dei comandanti delle milizie Janjaweed.

Sudan - Proteste contro il razionamento del cibo in un campo profughi in Darfur: un morto
04 Settembre 2008, 09:10
E' di un morto e sei feriti il bilancio dei disordini scoppiati ieri sera in un campo profughi del Darfur (Sudan occidentale). Gli operatori umanitari delle Nazioni Unite, dopo essere rimasti quasi senza cibo in seguito alle razzie delle bande di predoni contro i convogli alimentari, hanno razionato i viveri nel campo. Una manifestazione per la mancanza di cibo è degenerata in un attacco contro i poliziotti e gli stessi operatori umanitari; la polizia ha sparato in aria e un profugo è stato colpito al petto.
Darfur, manifestazione davanti all’Ambasciata del Sudan
14 luglio 2008
Le associazioni sostengono la decisione del Tribunale Internazionale di accusare il presidente del Sudan di genocidio
La comunità darfuriana in Italia si è ritrovata questo pomeriggio davanti all’Ambasciata del Sudan per manifestare a sostegno della richiesta di incriminazione e arresto del presidente del Sudan, Omar al Bashir, avanzata oggi dal procuratore della Corte penale internazionale dell'Aia.Tra i partecipanti anche l’associazione Italians for Darfur, i radicali italiani, l’Unione dei giovani ebrei italiani, i Riformatori liberali, l’associazione Nessuno tocchi Caino. «Sosteniamo l'azione del procuratore capo della Corte Penale Internazionale dell'Aia, Luis Moreno-Ocampo» ha affermato la presidentessa di Italians for Darfur, Antonella Napoli «e chiediamo i mandati di arresto per alcuni esponenti del governo di Khartoum, tra cui il Presidente Omar Al Bashir».«Chiediamo all'Unione Europea di mantenere quanto dichiarato dal presidente del Consiglio dei 27, ovvero che saranno considerate ulteriori misure contro il governo del Sudan in caso di mancanza di conformità con il lavoro del Tribunale penale internazionale».«La nostra gente in Darfur ha sofferto cinque anni di violenza e nessuno è stato ancora condannato per i terribili crimini commessi» ha detto Mohamed Abkar, portavoce della comunità darfuriana in Italia «L'annuncio del procuratore Ocampo ci dà speranza che le vittime innocenti del conflitto in Darfur non siano state dimenticate e che un giorno ci sarà giustizia per loro e dignità per i superstiti».«Finora le istituzioni hanno sempre evitato di usare la parola genocidio» ha concluso il presidente di Italians for Darfur «solo noi organizzazioni umanitarie abbiamo avuto il coraggio di denunciare con forza le atrocità commesse in Darfur su mandato dei vertici di Khartoum. Ora non siamo più soli».
Sudan; ministro esteri: caos se Aia chiede arresto al-Bashir
L'Aia, 4 set. (Ap) - Per il ministro degli esteri sudanese Deng Alor, se il tribunale dell'Aia spiccherà un mandato di cattura nei confronti del presidente sudanese Omar Al Bashir, il paese potrebbe sprfondare nel caos e nell'instabilità.
A luglio il procuratore del tribunale internazionale dell'Aia Luis Moreno Ocampo ha chiesto ai giudici di spiccare un mandato di arresto per il presidente al-Bashir accusandolo di genocidio in Darfur e una decisione è attesa entro le prossime settimane.
Deng Alor, parlando oggi all'Aia, avverte che questa prospettiva aprirebbe una gravissima crisi nel paese, compromettendo il tentativo di giungere alla pace. Incontrando il ministro degli esteri olandese Maxime Verhagen Alor ha detto esplicitamente che qualsiasi mandato di arresto in tal senso "potrebbe causare instabilità politica interna nel paese, ulteriore instabilità... prolungando anche la guerra in Darfur e scongiurando la possibiltià di arrivare a un accordo di pace comprensivo nel sud del paese".
Dal canto suo, Al-Bashir ha già detto a più riprese di non riconoscere la giurisdizione del Tribunale Penale Internazionale e si è impegnato a non consegnare mai alla corte dell'Aia alcun cittadino sudanese. Il tribunale dell'Aia ha già chiesto l'arresto del ministro per gli affari umanitari sudanese Ahmed Harun e per uno dei comandanti delle milizie Janjaweed.

Sudan - Proteste contro il razionamento del cibo in un campo profughi in Darfur: un morto
04 Settembre 2008, 09:10
E' di un morto e sei feriti il bilancio dei disordini scoppiati ieri sera in un campo profughi del Darfur (Sudan occidentale). Gli operatori umanitari delle Nazioni Unite, dopo essere rimasti quasi senza cibo in seguito alle razzie delle bande di predoni contro i convogli alimentari, hanno razionato i viveri nel campo. Una manifestazione per la mancanza di cibo è degenerata in un attacco contro i poliziotti e gli stessi operatori umanitari; la polizia ha sparato in aria e un profugo è stato colpito al petto.
Darfur, manifestazione davanti all’Ambasciata del Sudan
14 luglio 2008
Le associazioni sostengono la decisione del Tribunale Internazionale di accusare il presidente del Sudan di genocidio
La comunità darfuriana in Italia si è ritrovata questo pomeriggio davanti all’Ambasciata del Sudan per manifestare a sostegno della richiesta di incriminazione e arresto del presidente del Sudan, Omar al Bashir, avanzata oggi dal procuratore della Corte penale internazionale dell'Aia.Tra i partecipanti anche l’associazione Italians for Darfur, i radicali italiani, l’Unione dei giovani ebrei italiani, i Riformatori liberali, l’associazione Nessuno tocchi Caino. «Sosteniamo l'azione del procuratore capo della Corte Penale Internazionale dell'Aia, Luis Moreno-Ocampo» ha affermato la presidentessa di Italians for Darfur, Antonella Napoli «e chiediamo i mandati di arresto per alcuni esponenti del governo di Khartoum, tra cui il Presidente Omar Al Bashir».«Chiediamo all'Unione Europea di mantenere quanto dichiarato dal presidente del Consiglio dei 27, ovvero che saranno considerate ulteriori misure contro il governo del Sudan in caso di mancanza di conformità con il lavoro del Tribunale penale internazionale».«La nostra gente in Darfur ha sofferto cinque anni di violenza e nessuno è stato ancora condannato per i terribili crimini commessi» ha detto Mohamed Abkar, portavoce della comunità darfuriana in Italia «L'annuncio del procuratore Ocampo ci dà speranza che le vittime innocenti del conflitto in Darfur non siano state dimenticate e che un giorno ci sarà giustizia per loro e dignità per i superstiti».«Finora le istituzioni hanno sempre evitato di usare la parola genocidio» ha concluso il presidente di Italians for Darfur «solo noi organizzazioni umanitarie abbiamo avuto il coraggio di denunciare con forza le atrocità commesse in Darfur su mandato dei vertici di Khartoum. Ora non siamo più soli».
Sudan; ministro esteri: caos se Aia chiede arresto al-Bashir
L'Aia, 4 set. (Ap) - Per il ministro degli esteri sudanese Deng Alor, se il tribunale dell'Aia spiccherà un mandato di cattura nei confronti del presidente sudanese Omar Al Bashir, il paese potrebbe sprfondare nel caos e nell'instabilità.
A luglio il procuratore del tribunale internazionale dell'Aia Luis Moreno Ocampo ha chiesto ai giudici di spiccare un mandato di arresto per il presidente al-Bashir accusandolo di genocidio in Darfur e una decisione è attesa entro le prossime settimane.
Deng Alor, parlando oggi all'Aia, avverte che questa prospettiva aprirebbe una gravissima crisi nel paese, compromettendo il tentativo di giungere alla pace. Incontrando il ministro degli esteri olandese Maxime Verhagen Alor ha detto esplicitamente che qualsiasi mandato di arresto in tal senso "potrebbe causare instabilità politica interna nel paese, ulteriore instabilità... prolungando anche la guerra in Darfur e scongiurando la possibiltià di arrivare a un accordo di pace comprensivo nel sud del paese".
Dal canto suo, Al-Bashir ha già detto a più riprese di non riconoscere la giurisdizione del Tribunale Penale Internazionale e si è impegnato a non consegnare mai alla corte dell'Aia alcun cittadino sudanese. Il tribunale dell'Aia ha già chiesto l'arresto del ministro per gli affari umanitari sudanese Ahmed Harun e per uno dei comandanti delle milizie Janjaweed.

Sudan - Proteste contro il razionamento del cibo in un campo profughi in Darfur: un morto
04 Settembre 2008, 09:10
E' di un morto e sei feriti il bilancio dei disordini scoppiati ieri sera in un campo profughi del Darfur (Sudan occidentale). Gli operatori umanitari delle Nazioni Unite, dopo essere rimasti quasi senza cibo in seguito alle razzie delle bande di predoni contro i convogli alimentari, hanno razionato i viveri nel campo. Una manifestazione per la mancanza di cibo è degenerata in un attacco contro i poliziotti e gli stessi operatori umanitari; la polizia ha sparato in aria e un profugo è stato colpito al petto.
Darfur, manifestazione davanti all’Ambasciata del Sudan
14 luglio 2008
Le associazioni sostengono la decisione del Tribunale Internazionale di accusare il presidente del Sudan di genocidio
La comunità darfuriana in Italia si è ritrovata questo pomeriggio davanti all’Ambasciata del Sudan per manifestare a sostegno della richiesta di incriminazione e arresto del presidente del Sudan, Omar al Bashir, avanzata oggi dal procuratore della Corte penale internazionale dell'Aia.Tra i partecipanti anche l’associazione Italians for Darfur, i radicali italiani, l’Unione dei giovani ebrei italiani, i Riformatori liberali, l’associazione Nessuno tocchi Caino. «Sosteniamo l'azione del procuratore capo della Corte Penale Internazionale dell'Aia, Luis Moreno-Ocampo» ha affermato la presidentessa di Italians for Darfur, Antonella Napoli «e chiediamo i mandati di arresto per alcuni esponenti del governo di Khartoum, tra cui il Presidente Omar Al Bashir».«Chiediamo all'Unione Europea di mantenere quanto dichiarato dal presidente del Consiglio dei 27, ovvero che saranno considerate ulteriori misure contro il governo del Sudan in caso di mancanza di conformità con il lavoro del Tribunale penale internazionale».«La nostra gente in Darfur ha sofferto cinque anni di violenza e nessuno è stato ancora condannato per i terribili crimini commessi» ha detto Mohamed Abkar, portavoce della comunità darfuriana in Italia «L'annuncio del procuratore Ocampo ci dà speranza che le vittime innocenti del conflitto in Darfur non siano state dimenticate e che un giorno ci sarà giustizia per loro e dignità per i superstiti».«Finora le istituzioni hanno sempre evitato di usare la parola genocidio» ha concluso il presidente di Italians for Darfur «solo noi organizzazioni umanitarie abbiamo avuto il coraggio di denunciare con forza le atrocità commesse in Darfur su mandato dei vertici di Khartoum. Ora non siamo più soli».
Pace inizia con conferenza internationale con UNO, UAO, Lega Araba, EEC, e il quartetto che ha il vito.........................................Azim

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