giovedì 9 aprile 2009

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Articolo 21 - ESTERI
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Global Day for Darfur: al Colosseo il 19 aprile per non dimenticare
di Antonella Napoli

Anche quest’anno si celebra in tutto il mondo il ‘Global Day for Darfur’, dedicato alla crisi in atto nella regione sudanese dal febbraio 2003 e che dal 2007 viene ricordata anche in Italia, grazie all'impegno di ‘Italians for Darfur’, associazione Onlus di cui fanno parte giornalisti, operatori umanitari ed esponenti della società civile e da Articolo 21, che ha lanciato la campagna “Diamo voce al Darfur”. Testimonial Monica Guerritore. Quest'anno la Giornata mondiale per il Darfur ha una valenza ancor più importante visto l'inasprimento della situazione sul campo e il rischio di peggioramento del conflitto dopo i recenti avvenimenti, sia giudiziari sia politici, da cui sono scaturite conseguenze disastrose sul piano umanitario. Per questo il Global Day for Darfur 2009, che in Italia si terrà al Colosseo a partire dalle 10, sarà dedicata alla raccolta di fondi per la realizzazione del centro pediatrico di Emergency a Nyala, nel sud Darfur. All'iniziativa sono collegati un libro e una mostra 'Volti e colori del Darfur', allestita nella piazza antistante il monumento simbolo dei diritti umani, i cui proventi saranno destinati al progetto. L’opera è nata proprio per sensibilizzare l’opnione pubblica sulla crisi sudanese per troppo tempo ignorata e ancora oggi, nonostante il grande scalpore suscitato dal mandato di arresto per il presidente del Sudan Omar Al Bashir, stenta a trovare spazio sugli organi di informazione. Alla giornata di mobilitazione - diretta a sostenere la forza di pace autorizzata dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che ancora stenta ad entrare nel pieno delle sue funzioni, e a ribadire la richiesta di un forte intervento della diplomazia internazionale affinché si ponga termine ai massacri perpetrati in Darfur - hanno aderito Articolo 21, Amnesty International, Tavola della Pace, Comunità ebraica, Ugei, Bené Berith giovani, Non c'è pace senza giustizia e molte altre associazioni che si occupano di diritti umani. Il conflitto in Darfur, nell’arco di sei anni, ha provocato (stime Onu) tra i 200 e i 300.000 morti e ha costretto almeno due milioni e mezzo di persone alla fuga, destinandole ad una vita da sfollati sia all'interno del Sudan, sia nei campi profughi in Ciad, circostanza che di fatto ha allargato il conflitto anche a questo paese confinante. A complicare la situazione l'espulsione di 13 organizzazioni non governative decisa dal presidente Al Bashir, all'indomani dell'emissione nei suoi confronti del mandato di cattura spiccato dalla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità. La popolazione del Darfur è rimasta, così, senza assistenza e le poche Ong che ancora operano sul campo hanno enormi difficoltà a coprire tutte le aree della regione. Ecco perché l'azione di Emergency è di fondamentale importanza. Il nostro sostegno al progetto per il centro pediatrico a Nyala è totale e chiediamo anche il vostro aiuto.





Sudanese president urges Darfur rebel groups to join peace talks




www.chinaview.cn 2009-04-07 20:21:39





ZALINGEI, West Darfur, Sudan, April 7 (Xinhua) – Sudanese President Omar al-Bashir urged on Tuesday rebel groups in western Sudanese region of Darfur to join the negotiation in order to reach a peaceful settlement to the conflict in the region.
Addressing a rally of local residents in Zalingei town in West Darfur state, al-Bashir said that peace and security were the key for development and reconstruction in the region, adding that the government could not implement projects of development and reconstruction in areas affected by war without security and consensus for a peaceful solution.
Al-Bashir reiterated his government's commitment to development in Darfur and payment of individual and collective compensation for those affected by the war and returning of displaced persons to their homelands.
After arriving in the town of Zalingei in West Darfur in the morning, the Sudanese president inaugurated a number of projects of development and basic services, primarily hospitals and health centers.
Al-Bashir's visit to the Darfur region came in the framework of the Sudanese government's efforts to persuade political parties in the region the need for consensus on a political solution to end the conflict which has lasted for more than five years.
This was the third visit for al-Bashir in Darfur since the International Criminal Court (ICC) issued on March 4 an arrest warrant against him over charges of war crimes and crimes of anti-humanity.


Obama Pressures Sudanese President on Darfur





This week, Rwandans mark the 15th anniversary of the 1994 genocide. Many are using the anniversary to draw comparisons between the Rwandan genocide and the current violence in Darfur. President Obama’s Special Envoy to Darfur, Scott Gration, is touring Sudan this week. Gration said on Saturday that the genocide in Darfur was “on the brink of deepening.” He hopes to pressure Sudanese President Omar al-Bashir to end the fighting in the region. The International Criminal Court indicted Bashir for war crimes and crimes against humanity last month. So far, the indictment hasn’t helped people in Darfur. Shortly after the ICC issued his arrest warrant, Bashir expelled 13 international aid agencies, claiming they were working with the ICC to build a case against him. Susan D. Page is the Regional Director for Southern and East Africa at the National Democratic Institute for International Affairs. She was integral in drafting the comprehensive peace agreement that ended 21 years of conflict between North and South Sudan. Page describes the White House's approach to Darfur thus far.

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