venerdì 25 settembre 2009

Causa lo fa al Bashir non a Canda!!!


Abdelrazik fa causa: «Esiliato da Ottawa»
L’avvocato: «Speriamo che il governo impari la lezione, ma non ci facciamo illusioni»
Di ALESSIO GALLETTI
Esilio. È questa la parola che l’avvocato Yavar Hameed usa per definire i sei anni trascorsi in Sudan dal suo assistito Abousfian Abdelrazik, che ieri ha chiesto a Ottawa 27 milioni di dollari di risarcimento per quello che ha dovuto patire lontano dal suo Paese. Perché Abdelrazik, nonostante sia stato definito «un rischio per la sicurezza nazionale» dal ministro degli Esteri Lawrence Cannon, era ed è canadese.Il suo caso, «pur non rappresentando un’eccezione rispetto ad altri episodi simili - spiega il suo avvocato - è il primo in cui Ottawa sia intervenuta direttamente contro un suo cittadino». E l’elenco delle conseguenze, stilato del documento con cui ieri è stata iniziata l’azione legale contro il governo canadese, è lungo e poco rassicurante: Ottawa avrebbe “intrapreso numerose azioni per danneggiarlo, tra cui organizzare la sua detenzione arbitraria da parte delle autorità sudanesi, incoraggiare e passare sopra le sue torture da parte delle autorità sudanesi e bloccare attivamente il suo rimpatrio per alcuni anni”. Non è un caso che con l’azione legale avviata ieri dal 46enne di Montréal si chiedano anche danni punitivi nei confronti di Ottawa per quattro milioni di dollari, uno direttamente al ministro Cannon «che in questo caso ha agito in malafede, dichiarandolo un pericolo per la sicurezza nazionale e in questo modo impedendo di fatto che venisse rilasciato un passaporto d’emergenza per il suo rimpatrio». Il trattamento riservato ad Abdelrazik «non può essere definito altrimenti che come un esilio da parte del suo governo», continua l’avvocato, che non dimentica, come nel caso del suo assistito, come molti altri negli ultimi tempi abbiano sollevato l’attenzione dei media e di conseguenza dell’opinione pubblica. «Non si tratta certo di un’eccezione - ammette - ma a giustificare la cifra (senza precedenti, ndr) che chiediamo c’è il fatto che il mio assistito non ha passato settimane o mesi lontano dalla sua famiglia, ma anni». Nel documento si legge che “il convolgimento del personale del governo canadese nell’imprigionamento e nella tortura di un cittadino canadese è una condotta che deve essere condannata nel modo più forte possibile attraverso risarcimenti punitivi”. C’è anche la speranza che con una richiesta così ingente Ottawa possa prendere più sul serio, in futuro, casi simili? «Difficile dirlo - è la risposta di Hameed - di certo c’è che questa speranza c’era anche dopo la risoluzione del caso Arar (risarcito con 10 milioni di dollari, ndr), e sappiamo come sono poi andate le cose». Ora, spiega l’avvocato, il suo assistito sta cercando di tornare alla normalità, di costruirsi una vita, ma «non è semplice, dopo aver passato sei anni lontano dalla propria famiglia, riallacciare i rapporti». Quanto al “ritardo” con cui l’azione legale è stata presentata dal ritorno a Montréal di Abdelrazik, l’avvocato spiega che mettere insieme il documento presentato ieri alla Corte ha richiesto tempo. In questo, oltre alla richiesta di risarcimento e alle accuse al governo canadese e al ministro Cannon in particolare, si punta il dito anche contro lo Csis, il servizio segreto canadese, che - accusa ancora da provare - avrebbe richiesto l’arresto e la detenzione del 46enne di Montréal in Sudan. Di più, gli 007 canadesi sarebbero poi andati a interrogarlo nel Paese africano. Critiche al governo tory sono arrivate anche dal leader liberale Michael Ignatieff, che da Burlington ha definito «un giorno molto triste per il Canada quello in cui un cittadino deve fare causa al suo governo perché è stato maltrattato oltreoceano e i suoi diritti umani non sono stati difesi». Parole che echeggiano quanto stabilito tempo addietro da un giudice della Corte Federale, che aveva stabilito che Ottawa aveva violato i suoi diritti costituzionali. Abusfian Abdelrazik, accusato nel 2006 dagli Stati Uniti di essere un potenziale terrorista vicino ad Al Qaeda, aveva fatto domanda di asilo politico in Canada nel 1989, domanda poi accolta nel 1990.
Che strano stato imprigionato 6 anni in Sudan e fai causa a Canada........................................aprofitatore

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