sabato 19 settembre 2009

News of Sudan


آخر تحديث: السبت, 19 سبتمبر/ أيلول, 2009, 02:00 GMT
اتهام الجيش السوداني "بشن هجمات" في دارفور
قالت إحدى جماعات التمرد في إقليم دارفور السوداني إنها تعرضت لهجمات من طرف القوات الحكومية.
تأتي هذه الإتهامات بعد شهر من إعلان بعثة السلام التابعة للأمم المتحدة أن إقليم دارفور لم يعد في حالة حرب.
وأوضح المتحدث باسم جيش تحرير السودان، إبراهيم الحلو، إن الهجمات وقعت في منطقة كورما، شمال الإقليم، وإنها بدأت الخميس وتواصلت إلى يوم الجمعة، وتسببت في العديد من الإصابات.
ولم يصدر أي تعليق من الجيش السوداني أو قوات حفظ السلام التابعة للأمم المتحدة.
يذكر أن الصراع في دارفور اندلع عام 2003 بين القوات السودانية وجماعات مسلحة تطالب بمشاركة أكبر في السلطة والثروة.
وأوقع الصراع منذ ذلك الحين حوالي 300 ألف قتيل وأدى لنزوح 2.7 مليون شخصا عن ديارهم حسب تقديرات الامم المتحدة، بينما تقول الحكومة السودانية إن عدد القتلى لا يتجاوز 300 ألف.
http://www.bbc.co.uk/arabic/middleeast/2009/09/090919_wb_darfur_war_tc2.shtml
© BBC 2009
articolo di venerdì 18 settembre 2009
Effetto Lubna: il mufti egiziano dà l'ok alle donne coi pantaloni
di Redazione
Una delle maggiori autorità del Cairo torna sul caso sudanese
La storia di Lubna Hussein, la giornalista sudanese che ha rischiato quaranta frustate per aver portato i pantaloni, sta avendo ripercussioni nei Paesi vicini. Il Mufti egiziano, massima autorità nazionale per quanto riguarda l'applicazione della legge coranica ha fatto sapere che è un diritto delle donne indossare in pubblico i pantaloni. Lo ha fatto in seguito al processo che ha visto Lubna Hussein protagonista in Sudan di una battaglia legale con il governo di Khartoum. Il Grand Mufti Ali Gomaa ha risposto a una domanda durante una lezione pubblica. Ha anche aggiunto qualche dettaglio: i pantaloni, ha detto, non devono essere stretti e trasparenti. Inaccettabili, ha spiegato, i pantaloni «elasticizzati». La decisione del governo sudanese di alcune settimane fa di frustare dieci donne perché avevano indossato in pubblico i pantaloni aveva sollevato critiche internazionali. Lubna Hussein, una delle protagoniste, giornalista e funzionaria delle Nazioni Unite, aveva rifiutato di essere frustrata decidendo di andare a processo e chiedendo a tutti i mass-media locali e internazionali di presentarsi in tribunale il giorno dell'udienza. La 43enne ha utilizzato il caso per attirare l'attenzione internazionale sulle leggi restrittive sudanesi che seguono un'interpretazione particolarmente radicale delle norme coraniche e sulla condizione delle donne nel Paese.

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