venerdì 9 aprile 2010

Manifesti elettorali al mercato arabo di Kartoum


Sudan verso le prime elezioni multipartitiche dal 1984, ma è boicottaggio


Manifesti elettorali al mercato arabo di Kartoum

(AP Photo/Nasser Nasser)
In Sudan si avvicina il momento della prima consultazione elettorale multipartitica dal 1986: sono in programma, infatti, dall’11 al 13 aprile, elezioni presidenziali, legislative e regionali, nella maggior parte degli Stati del Nord del Paese.
Non si profilano, però, elezioni democratiche e trasparenti. La missione di osservatori UE dispiegata in Darfur (ovest del Sudan) per monitorare le elezioni ha infatti lasciato la regione vista “l’impossibilità” di svolgere il proprio lavoro in un clima di guerra civile. La missione Ue, con 130 osservatori, è la più importante nel Paese, in cui sono presenti anche responsabili della Fondazione Carter, dell’Unione africana e della Lega Araba.




Inoltre, il Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm, il più importante partito del Sud Sudan formato dagli ex ribelli sudisti) ha annunciato, infatti, che boicotterà il voto. La settimana scorsa l’Splm aveva già ritirato il proprio candidato alle presidenziali e aveva annunciato il boicottaggio di tutte le consultazioni elettorali nel Darfur, regione del Sudan occidentale da anni devastata dalla guerra civile. Il segretario generale del Partito, Pagan Amum, ha poi reso nota - il 6 aprile, a Khartoum - la decisione di estendere il boicottaggio al Nord (15 stati), con la sola esclusione di due stati di confine, il Blu Nile e il Sud Kordofan. Già la settimana scorsa Amum aveva accusato il presidente Omar Hassan el Bashir e i suoi sostenitori di aver organizzato brogli per falsificare l’esito delle consultazioni.

Un supporter del partito di opposizione SPLM (AP Photo/Nasser Nasser)
Oltre all’Splm, nei giorni scorsi altre formazioni hanno denunciato brogli e ritirato i loro condidati. Ad oggi, sno tre i partiti sudanesi che non parteciperanno alle elezioni per profondi disaccordi con il presidente uscente Omar al Bashir e per totale sfiducia nella commissione elettorale: lo Umma, lo Umma Riforma e Rinnovamento e il Partito comunista. Il Partito unionista democratico, nonostante sembrasse orientato al boicottaggio, ha invece deciso di partecipare. (ANSA)

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