giovedì 28 febbraio 2008

Cinque anni fa la Guerra del Darfur



Hei Jenjaweed ed altri balordi sotto hanno attacato villagi donne bambini, stupri, uscidere indifese, e cose varie VITA ha scritto questo articolo che lo reporto quicome e cinque anni fa la guerra del
Darfur: cinque anni fa cominciava la guerra

di Redazione (redazione@vita.it)

26/02/2008

Oltre 400.000 morti, almeno due milioni di persone costrette alla fuga e a una vita da sfollati all'interno del Sudan, o nei campi profughi in Ciad. È il drammatico bilancio della guerra che continua a insanguinare il Darfur, nel Sudan occidentale, da ormai 5 anni: oggi 26 febbraio ricorre infatti l'anniversario dell'inizio del conflitto. Cinque anni di violenze terribili e tuttora impunite ai danni di uomini, donne e moltissimi bambini.

Le condizioni di questi ultimi sono drammatiche: il pericolo, soprattutto per le bambine, di subire violenze e abusi è quotidiano, così come quello di assistere all'uccisione dei propri cari o il trauma di essere separate dai genitori. E a rischio è anche la sopravvivenza di tanti bambini, a causa della malnutrizione e delle precarie condizioni igienico-sanitarie. Per tutte queste ragioni, pur avendo già pagato un alto prezzo con l'uccisione di 2 suoi operatoti, Save the Children non ha abbandonato il Darfur, dove è, tra le organizzazioni internazionali indipendenti, quella che sta assicurando il più ampio intervento di aiuti: 500.000 circa i bambini e gli adulti raggiunti ogni mese dallo staff di Save the Children, operativo nel Darfur occidentale dal 1989 con un ufficio di coordinamento a Geneina.

Distribuzione di cibo, approvvigionamento di acqua potabile, assistenza medica e nutrizionale, protezione e scuola per i bambini sono tra le principali attività. Nel dicembre scorso Save the Children ha distribuito 4.900 tonnellate di cibo a 380.000 fra minori e adulti, in 42 villaggi e località del Darfur. Sta fornendo acqua potabile a oltre 100,000 persone: 1.500 bambini hanno ricevuto informazioni base sulle principali misure igieniche e sanitarie.
17 gli ambulatori di Save the Children operativi nel Darfur occidentale, dove a dicembre sono stati 14.000 i pazienti assistiti e 265 le donne che vi hanno potuto partorire.

Save the Children è l'unica organizzazione non governativa ad avere attività strutturate per i bambini: circa 30.000 i ragazzi e le ragazze coinvolti in attività ricreative e parascolastiche in 30 Children Center; quasi 20.000 i minori iscritti in 38 scuole supportate da Save the Children, nelle quali solo a dicembre sono state costruite 13 nuove classi, completata la costruzione di 8 nuove scuole elementari e di 6 bagni. Tuttavia c'è ancora molto lavoro da fare per riuscire ad ottenere miglioramenti duraturi per i bambini del Darfur. L'instabilità del conflitto, l'enorme portata dei bisogni della popolazione, l'elevato numero di persone che vivono in condizioni disperate, creano in continuazione nuovi bisogni e necessità di intervento. Nonostante queste difficoltà e nonostante sia sempre più difficile raggiungere i bambini e le loro famiglie, l'organizzazione rimane ferma e risoluta nella propria volontà di continuare ad operare su questo territorio martoriato.


Darfor.

lunedì 25 febbraio 2008

Cina e il Sudan


Sudan, i cinesi negano di essere principali armatori






Il governo cinese ha tenuto una conferenza stampa per difendere la propria politica militare di armamento del Sudan, nonostante da più parti le arrivino critiche per il suo immobilismo nel non voler risolvere la crisi del Darfur.

La minoranza etnica del Darfur, che vive al confine occidentale sudanese con il Chad, patisce da 20 anni gli assalti delle milizie arabe Janjawid: un conflitto che negli ultimi 5 anni ha prodotto due milioni di rifugiati in terni, e circa 250mila morti. L'inviato speciale Cinese per il genocidio del Darfur ha spiegato oggi a Pechino alla stampa che non “esiste nessun problema nel rapporto tra noi e il Sudan, che possa avere implicazioni sul cas-Darfur – ha detto Liu Gujin – e non possiamo essere ribattezzati il primo alleato di Khartum, visto che forniamo loro solo l'8 percento delle armi”. La tesi del signor Liu – e presumibilmente del ministero degli esteri di Pechino – è che da soli Usa, Russia e Gran Bretagna forniscano i tre-quarti del fabbisogno bellico sudanese ogni anno. Questo facendo un raffronto con la media degli import di armi nella gran parte degli altri stati africani. Un metodo che potrebbe avere dei punti fagliati.

"Se anche interrompessimo domani la nostra vendita di armi al Sudan – ha spiegato Liu agli inviati esteri presenti – qualcun altro prenderebbe il nostro posto; considerate che ci sono almeno altri sette paesi che vendono armi a Khartum. E non dimenticate che i sudanesi posseggono la terza più grande industria bellica del continente, dopo Egitto e Sud africa". Secondo la stampa internazionale Pechino dovrebbe usare il proprio peso diplomatico e commerciale con Khartum per indurre il governo sudanese a un controllo maggiore delle milizie pro-arabe resesi colpevoli di stupri e massacri di intere comunità negli ultimi anni del conflitto. La Cina è il maggior partner commerciale sudanese, oltre ad essere la concessionaria quasi esclusiva di nove zone di interesse petrolifero che avranno grandi prospettive nei prossimi decenni; compagnie statali cinesi stanno ricostruendo ex novo la rete stradale ferroviaria e urbanistica del centro del paese. Intanto una forza internazionale di pacificatori (Unamid) su mandato Onu e guida dell'Unione africana, che dovrebbe essere sul campo per impedire altre violenze da gennaio, non ha ancora visto arrivare che duemila dei 26mila soldati previsti, per mancanza di fondi che dovrebbero arrivare dai maggiori donors all'interno del sistema Onu.

venerdì 22 febbraio 2008

Storia del Sudan in Italiano





Il Regno della Nubia
La regione settentrionale del Sudan attuale nell'antichità era conosciuta anche come "regno della Nubia", e la sua civiltà fiorì essenzialmente lungo il corso del Nilo, tra la prima e la sesta cataratta. I regni che si susseguirono furono grandemente influenzati dal vicino Egitto faraonico, ed a loro volta vi fecero sentire il loro influsso.
In realtà, infatti, i confini tra gli antichi regni egiziani e sudanesi fluttuarono frequentemente, e una buona parte di quello che ora è il Sudan del Nord era, in antichità, indistinguibile dall’alto Egitto. La Nubia giunse a comprendere Assuan.
In età romana il Fezzàn fu visitato da Giulio Materno, mentre Nerone inviò alcuni centurioni in esplorazione lungo il Nilo, ma questi si fermarono prima di raggiungere il Sudan. Gli esploratori arabi invece vi penetrarono e ne restano le testimonianze di el Bekri, Edrisi e Ibn Battuta, raccolte da Leone Africano, che visitò l'area del Bornu e compendiò le sue ricerche e quelle degli arabi.
Islam e Arabi
Il cristianesimo fu introdotto nel Sudan nel terzo o nel quarto secolo, ma già intorno al 640 fece la sua comparsa l’Islam, proprio quando già tre dei regni che componevano lo stato erano stati convertiti al cristianesimo. La coesistenza fra le due fedi sarebbe rimasta accettabilmente pacifica sino al XIV secolo.
Il dominio economico nel Sudan feudale di quei secoli a cavallo del millennio fu presto assunto da una classe di mercanti arabi. I più importanti tra i regni che si susseguirono in seguito furono il regno di Sennar e quello di Makuria.
I britannici
A partire dal 1820 il Sudan venne a cadere sotto il controllo dell’Egitto, quando con l'appoggio dei Turchi Muhammad Alì, wali d’Egitto, inviò un esercito agli ordini di suo figlio Ismail Basha e di Muhammad Bey per occupare il Sudan orientale.
Il generale Charles George Gordon
La conquista fu completata con la sottomissione della regione meridionale del paese nel 1839; con l'ingresso dei conquistatori, si sviluppò un intenso commercio di schiavi.
Nel 1857 giunsero in Sudan alcuni missionari cattolici fra i quali Daniele Comboni, che vi fondò la comunità missionaria dei Padri Comboniani.
Il leader religioso Muhammad ibn Abballa, l’autoproclamato Mahdi , tentò negli anni ’80 del XIX secolo di unificare le tribù del Sudan centrale e di quello occidentale. Guidò una rivolta nazionalista contro il dominio egiziano, che culminò con la presa di Khartoum nel 1885, nel corso della quale trovò la morte anche Gordon, il famoso generale britannico.
La guerra del Sudan, in una rappresentazione di propaganda
Lo stato mahdista sopravvisse fin quando Khalifa, successore di Mahdi, non fu definitivamente sopraffatto nel 1898 dalle forze anglo-egiziane guidate da Lord Kitchener nella nota battaglia di Omdurman.
Nel 1899 gli inglesi costituirono il paese vinto in protettorato (formalmente anglo-egiziano in base ad un trattato poi ratificato nel 1936) e divisero il Sudan in due distinte colonie, il Sud ed il Nord, situazione che permase invariata fino al 1956.
Poco dopo (1903) il governo locale iniziò una assegnazione di "licenze" ai missionari che richiedevano di poter entrare nel paese, definendo i territori nei quali sarebbe stato loro consentito di insediarsi. La zona settentrionale nubiana rimase esclusa da tali assegnazioni e restò prevalentemente musulmana.
Nel 1943, allentandosi la pressione britannica a causa del conflitto mondiale, sorsero due partiti spontanei di inclinazione nazionalista, il partito Umma e il partito Ashiqqa' (quest'ultimo di ispirazione islamica), entrambi principalmente riferentisi al Sudan settentrionale.
Nel 1947 si tenne la conferenza di Juba con la quale le due parti del paese concordarono per la riunificazione ed il Sud venne ammesso alla rappresentatività parlamentare.
Nel 1953 il regime di protettorato fu abolito grazie ad un accordo anglo-egiziano ispirato a principi di autodeterminazione dei popoli. Immediatamente dopo, a novembre, si tennero elezioni generali per il rinnovo dell'Assemblea legislativa dalle quali nel gennaio successivo sortì la legittimazione di Al-Azhari a capo del governo. Uno dei primi atti fu l'istituzione di un Comitato per la sudanizzazione, nel quale però fu notata una sporporzionatamente esigua rappresentanza del Sudan meridionale.
Il Sudan indipendente
Fin dall'indipendenza dal Regno Unito, proclamata dal parlamento nel dicembre 1955 ed ottenuta nel 1956, la politica interna è stata dominata da regimi militari che, secondo una visione pressoché unanime degli studiosi, avrebbero favorito governi a orientamento islamico e privilegiato il Sudan settentrionale.
I conflitti interni e la guerra civile, che hanno dominato la scena interna dal 1955 al 1972 e che hanno origine antecedente all'indipendenza, nacquero dal contrasto fra le forze governative settentrionali e le forze Anya Nya che rivendicavano l'autonomia della parte meridionale del paese.
Nel 1957 fu proposta da parte dei nord-sudanesi una costituzione che eleggesse l'Islam a religione di stato e la lingua araba a lingua ufficiale dello stato. L'anno successivo i sud-sudanesi abbandonarono i lavori dell'assemblea costituente una volta compreso che l'ipotesi di una federazione fra Nord e Sud del paese non sarebbe stata accolta.
L'opera dei missionari stranieri fu interrotta nel 1964 da un imprevisto generalizzato decreto di espulsione; le tensioni crebbero sino a far montare in autunno una ribellione nota come "rivoluzione d'ottobre" e lo stato di agitazione permase gravissimo per lungo tempo. Pochi anni dopo, ormai nel 1969, Gaafer Mohamed Nimeiri avrebbe attuato un colpo di stato detto "rivoluzione di maggio", con l'appoggio dei comunisti.
Nel 1972 un accordo di pace firmato ad Addis Abeba garantì al sud una sorta di autonomia tramite la costituzione di un'assemblea regionale con facoltà di elezione del Presidente dell'alto consiglio esecutivo (HEC), soggetto però alla conferma da parte del Presidente della repubblica. Il primo presidente dell'assemblea regionale del sud fu Abel Alier. Parte dell'accordo prevedeva l'assorbimento delle forze Anya Nya nelle forze governative. L'anno successivo la costituzione del Sudan avrebbe confermato i punti principali dell'accordo.
Il 12 aprile 1978 il governo centrale e le opposizioni, guidate dal Fronte Nazionale, sottoscrissero un accordo congiunto di rappacificazione, ma le tensioni si spostarono su un fronte socio-economico, e l'anno successivo fu caratterizzato da manifestazioni e scioperi, per il miglioramento delle condizioni economiche e per il riconoscimento di diritti fondamentali come la libertà di stampa.
Il trasferimento a nord di milizie ex-Anya Nya, la decisione del Presidente Nimeiri di dividere il governo del sud in tre governi regionali e soprattutto la decisione di introdurre le sanzioni previste dalla Shari'a nel codice penale, incontrarono l'opposizione degli ufficiali del sud e portarono all'ammutinamento di Bor nel 1983 che diede i natali alla SPLM/A Sudanese People's Liberation Movement/Army, la guerra civile ricominciò.
Dal 1983, gli effetti delle carestie successive alla guerra hanno provocato oltre 2 milioni di morti ed oltre 4 milione di rifugiati.
I militari
Il 30 giugno 1989 un colpo di stato destituì il presidente Sadeq al-Mahdi eletto nel 1986 e portò al potere un regime militare guidato dal generale Omar Hassan Ahmed al-Beshir e dominato dal Fronte nazionale islamico (NIF). In seguito al colpo di stato il conflitto contro lo SPLM/A si intensificò ed anche le opposizioni politiche nord-sudanesi parteciparono in armi.
Aree sotto controllo governativo ed aree autonome, al luglio 2006
Nel 1996 l'ONU irrogò delle sanzioni per il supposto coinvolgimento del Sudan nell'attentato al presidente egiziano Mubarak dell'anno precedente. Le sanzioni consistevano di un embargo aereo internazionale e vennero seguite da "sanzioni" autonomamente irrogate dagli Stati Uniti, che pretesero un embargo generale.
La guerra civile si protrasse senza tregua e nel 1998, anno in cui si tenne anche un referendum costituzionale, a causa di una siccità particolarmente severa, nel Sud scoppiò una carestia di luttuosa gravità. L'anno successivo una assai tenue mitigazione delle difficoltà venne dall'apertura delle esportazioni di petrolio, ma la lotta politica restò incandescente e al-Beshir proclamò lo stato di emergenza; il Sud divenne vittima di regolari bombardamenti aerei.
L'oppositore Hassan al-Turabi, già procuratore generale e leader del partito Popular National Congress (PNC), fu arrestato nel febbraio del 2001, dopo che la sua formazione aveva avuto alcuni abboccamenti con il SPLA per un coordinamento delle opposizioni.
Stante la permanenza della carestia, e dati gli ormai ingenti numeri di vittime della guerra civile, vi furono svariati tentativi internazionali volti a raggiungere un accordo fra le parti, nessuno dei quali ebbe però successo fino al 2002.
Nel giugno del 2002 con la collaborazione di John C. Danforth, ambasciatore statunitense ed incaricato speciale delle Nazioni Unite, iniziarono delle trattative di pace fra il governo sudanese e il SPLM/A. Il presidente dell'Uganda Yoweri Museveni riuscì a fare incontrare per la prima volta Bashir e John Garang, leader carismatico delle forze ribelli. Uno degli accordi fu la concessione di maggiore indipendenza al sud del paese e l'autodeterminazione dello stesso tramite un referendum.
Una delle principali cause del conflitto è da molti osservatori rintracciata nella presenza di ingenti risorse petrolifere nella parte meridionale del paese.
Situazione attuale
Rimane l'area di conflitto del Darfur. In questa zona i conflitti hanno origini remote e risalgono agli scontri fra le popolazioni nomadi arabe e le popolazioni stanziali africane per le risorse vitali come terra e acqua.
Nel febbraio del 2003 il conflitto crebbe dopo che le milizie del SPLM/A (Sudanese Liberation Movement/Army) e quelle del JEM (Justice and Equality Movement) attaccarono alcuni insediamenti governativi. Nell'aprile del 2004 Kofi Annan ricordò che il rappresentante delle Nazioni Unite locale utilizzò, per descrivere la violenza del conflitto, la definizione "pulizia etnica".
Il 23 dicembre 2005 il Sudan riceve la dichiarazione dello stato di guerra da parte del confinante Ciad. Secondo le autorità ciadiane, infatti, il governo sudanese sarebbe colpevole di alcune aggressioni avvenute presso villaggi di confine.

Openione sbagliata



News del 22-Feb-20087
_Opinioni
Le due superpotenze si contendono una terra ricca di risorse energetiche
Darfur e Usa contro Sudan e Cina
20/02/2008
Se sul fronte del nazionalismo kosovaro la contrapposizione è pressoché nulla ai piú miopi, sull'argomento Darfur risulta veramente troppo difficile negare il vero conflitto moderno: Usa e Cina si contendono il cuore dell'Africa.
Dopo l'altolà di Steven Spielberg che si è rifiutato di prestarsi a consulente artistico delle olimpiadi di Pechino e una feroce lettera di ben nove premi Nobel, finalmente la Cina si è sentita con le spalle al muro.
Il colosso orientale non puó piú far finta di nulla. A chiedergli una presa di posizione non è piú un folto gruppo di "fricchettoni" eternamente contrari ad ogni nuova forma di imperialismo. No. Stavolta si tratta di una lunga lista di nomi importanti a cui difficilmente si puó dir di no, o scrollare le spalle come a dire "che vuoi che possa fare?!?".
Il governo cinese ha annunciato l'invio entro la fine del mese di un suo rappresentante a Khartoum, la capitale del Sudan. Questo "inviato speciale" dovrebbe essere Liu Guijin, intervistato proprio stamattina sul China Daily dove in un'intervista al quotidiano ha dichiarato: "Le potenze occidentali possono esercitare un'influenza positiva sui quei leader ribelli, perché molti di loro vivono nelle capitali occidentali". Ieri, invece, il premier cinese aveva detto a quello britannico, Gordon Brown, che la Cina, con l'aiuto della Gran Bretagna, ha intenzione di "continuare ad adoperarsi senza tregua per arrivare a una soluzione appropriata della questione Darfur". I piú cinici sorridono. I piú sensibili impallidiscono. Specie se si tratta di persone che sanno come nella realtà sia proprio il governo cinese, attraverso lobby economiche, a finanziare l'esercito del governo centrale di Khartoum con le sue truppe sanguinarie dei Janjaweed.
La Cina si arrampica sugli specchi del Palazzo di vetro: ora vorrebbe sostenere di essere stata la prima ad aver inviato i propri militari a combattere per aiutare il Darfur, al fianco di Onu e Unione Africana.
E mentre l'Unicef lancia il grido d'allarme avvertendo che quella del Darfur è la crisi umanitaria piú grave del pianeta e che a rimetterci sono soprattutto i bambini. Mentre al confine col Ciad continuano a confluire i sudanesi del Darfur e i ciadiani che scappano dai bombardamenti (non si sa se di 'Ndjamena o Parigi), il rappresentante di Khartoum al tavolo dei negoziati di pace per il Darfur attacca a viso aperto l'America e schernisce il Segretario di Stato Usa Condoleeza Rice. "Puó leccarsi i gomiti, se pensa che Khartoum si inginocchi alle sue condizioni e accetti le sue pressioni o quelle della comunità internazionale", ha dichiarato Nafi Ali Nafi durante un comizio. La Rice una settimana fa aveva tentato la via della mediazione con il Sudan. Aveva inoltre sollecitato Khartoum ad applicare il Comprehensive Peace Agreement (l'accordo di pace con il sud del Sudan) firmato nel gennaio 2005 dopo 21 anni di guerra civile tra nord e sud del paese. Proprio Nafi compare oggi sul quotidiano "Sudan Tribune" in un'intervista in cui dichiara: "Il Sudan non volterà le spalle ai valori della sharia e alla propria sovranità".
Ora è guerra aperta anche all'alleanza Onu-Unione Africana e alla sua esile missione militare.
Parole Chiave: Sudan, Darfur, Pechino, Cina, Spielberg, olimpiadi, formiche
Autore: Valeria Brigida
Dico siamo Sudanese ma qui sopra la mapa indica che tutti i giacimento di petrolio sono a sud Kurdofan che cofine con il sud-sudan, sbagliata l'edea del giacimento di petrolio ma sembere dove ci sono interese di altri paese non filo americani i euoropei e americani contro la situazione economica ora del europei e molto peggiorata perche il maggiori sportazioni verso l'africa sono calati,

Storia del Sudan in Arabo







جمهورية السودان


علم
شعار
الشعار الوطني: النصر لنا.

اللغة الرسمية
العربية، الإنجليزية، لغات محلية
العاصمة
الخرطوم
رئيس
المشير عمر حسن احمد البشير
مساحة - كليّة - % ماء
المصنفة العاشرة دوليا2,503,890 كم²5%
السكان
- عدد اجمالي
- كثافة سكانية
المصنفة 32 دوليا
40.187.486 مليون (تقدير يوليو 2005م)
16 نسمة/كم²
استقلال
تاريخ
الاستقلال عن مصر و المملكة المتحدة1 يناير 1956
العملة
الجنيه السودانى (SDG)
فرق التوقيت
توقيت غرينيتش +3
النشيد الوطني
نحن جند الله جند الوطن
الرمز الدولي للانترنت
.SD
الرمز الدولي للهاتف
249
السودان أكبر قطر في أفريقياوالوطن العربي من حيث المساحة، حيث تقدر مساحته بأكثر من مليون ميلمربع[بحاجة لمصدر] ، السمة الرئيسية فيه هي نهر النيل وروافده، المرتبةالعاشرة بين بلدان العالم الأكبرمساحة[بحاجة لمصدر] .
العاصمة: الخرطوم وتعرف بالعاصمة المثلثة لأنها تتكون من ثلاثة مدن كبيرة وهى( الخرطوم - أم درمان -الخرطوم بحرى )
اسم القطر : الاسم الرسمي : جمهورية السودان والاسم القصير المتعارف عليه: السودان
الاستقلال: 1 يناير 1956م (الاستقلال من الحكم الثنائي مصر وبريطانيا)
فهرست
· 1 الموقع
o 1.1 الدول المجاورة
· 2 التضاريس
· 3 المناخ
· 4 الموارد الطبيعية
· 5 التعداد السكاني
· 6 الجنسية
· 7 اللغات الأساسية
· 8 المجموعات العرقية
· 9 الأديان
· 10 بعض المناطق السياحية
o 10.1 متحف السودان القومي
o 10.2 متحف القصر الجمهوري
o 10.3 متحف الحياة الفطرية والطبيعية
· 11 أشهر الفنادق
· 12 التاريخ
· 13 ولايات السودان
· 14 أعراق السودان
o 14.1 أعراق جنوب السودان
o 14.2 قبائل جبال النوبة
o 14.3 قبائل أبيي
o 14.4 باقي القبائل العربية والأعراق الاخرى
· 15 حكام السودان
· 16 قائمة الأحزاب السياسية في السودان
· 17 الصناعة بالسودان
o 17.1 مقدمة
o 17.2 اختصاصات الوزارة
الموقع
يحتل السودان الجزء الشمالي الشرقي من قارة أفريقيا ، بين دائرتي العرض 4 و 22 شمال خط الاستواء وخطي الطول 22 و38
الدول المجاورة
يحده من الشمال جمهوريةمصرالعربية 1.273كلم ، ومن الشرق أريتريا 605كلم وأثيوبيا 1.606 كلم والبحر الاحمر 670 كلم ومن الجنوب كينيا 232كلم ويوغندا 435كلم ومن الغرب جمهورية الكنغو الدموقراطية وجمهورية أفريقيا الوسطى 1.165كلم ومن الشمال الغربي تشاد 1.360كم وليبيا 383كلم.
المساحة: 2.503.890 مليون كيلو متر مربع 966.757 ميل مربع. نتيجة لكبر المساحة هذه ، فقد تباينت بيئات السودان الايكولوجية وموارده وثرواته الطبيعية كما تعددت أجناس سكانه وأعراقهم وثقافاتهم؛المساحة المقارنة تقريباً أكبر قليلاً من ربع مساحة الولايات المتحدة.
التضاريس
أراضي السودان عبارة عن سهل رسوبي منبسط ، قليل الانحدار ، تتخلله مرتفعات قليلة ، تغطي أقل من 5.% من المساحة الكلية ، أهمها جبال الاماتونج في الجنوب ، تلال البحر الأحمر في الشرق ، جبال النوبة في جنوب كردفان وجبل الميدوب وجبل مرة في دارفور . ويمثل نهر النيل أهم ظاهرة جيمورفولوجية في السودان ويمتد لحوالي 1700 كلم من الجنوب الي الشمال كما يغطي حوض النيل وروافده في السودان حوالي 5ر2 مليون هكتار(2500 كلم؛ أكثر نقطة منخفضة تقع في البحر الأحمر صفر متر وأعلى نقطة هي 3.187 متر.
المناخ
إستوائي في الجنوب، وجاف في الصحراء الشمالية. موسم الأمطار بين شهر إبريل(4)وشهرأكتوبر(10).
الموارد الطبيعية
البترول و الغاز الطبيعي- مخزون صغير من خام الحديد - النحاس - خام الكروم - الزنك - التنجستين - المايكا - الفضة - الذهب – اليورانيوم
التعداد السكاني
40.187.486 مليون تقديرات يوليو 2005م.وسيتم تعداد سكاني رسمي عام 2008 في شهر فبراير .
الجنسية
الاسم سوداني والصفة أيضاً سوداني. المفرد سوداني والجمع سودانيون أو سودانيين.

اللغات الأساسية
اللغة الرسمية والرئيسية العربية ، اللغة الإنجليزية ، اللغات المحلية( وتسمى بالرطانة ومنها رطانة: المحس والدناقلة والدينكا والشلك الهدندوة والتقري والفلاتة و النوبةوالزغاوةوالفورومعظم قبائل غرب السودان وبصفة خاصة قبائل دارفور )
المجموعات العرقيةالعربية 52%؛ الأفريقية تشكل 39%؛ البجا، 6%
الأجانب 2% ؛ والمجموعات الأخرى 1%. ولكن لا يوجد احصاء رسمي لمعرفة النسبة الحقيقية للاعراق في السودان
الأديان
المسلمون السنيون 80% (معظمهم في الشمال والخرطوم) المعتقدات المحلية 15% ؛ المسيحيون 5% (معظمهم في الجنوب والخرطوم).
بعض المناطق السياحية
متحف السودان القومي
يحتوي متحف السودان القومي، على مقتنيات أثرية من مختلف أنحاء السودان، يمتد تاريخها إلى عصور ما قبل التاريخ، وحتى فترة الممالك الإسلامية، وتشتمل الصالات الداخلية للمتحف العديد على المقتنيات الحجرية، والجلدية، والبرونزية، والحديدية، والخشبية، وغيرها في شكل منحوتات وآنية، وأدوات زينة وصور حائطية وأسلحة و غيرها . أما فناء المتحف وحديقته فعبارة عن متحف مفتوح، يشتمل على العديد من المعابد والمدافن والنصب التذكارية، والتماثيل بأحجام مختلفة، والتي كان قد جرى إنقاذها قبل أن تغمر مياة السد العالي مناطق وجودها وتمت إعادة تركيبها حول حوض مائى يمثل نهر النيل، حتى تبدو وكأنها في موقعها الأصلي، وأهمها معابد (سمنه شرق ) و(سمنه غرب) وبوهين، كما تشتمل على مقبرة الأمير (حجو تو حتب) وأعمدة كاتدرائية فرس.
متحف القصر الجمهوري
تم افتتاح متحف القصر الجمهوري رسمياً في عام 1999م، ويهتم المتحف بتوثيق وحفظ المقتنيات الرئاسية والنشاط الرئاسي إبان الحقب المختلفة من تاريخ السودان الحديث، ويضم العديد من المقتنيات التاريخية والرئاسية، كما يضم معرضاً خارجياً كجناح للسيارات الرئاسية القديمة. كما يوجد العديد من المتاحف الخاصة والتي يملكها أفراد، إضافة إلى المتحف الحربي الذي يمارس نشاطه من خلال المشاركة في المعارض العامة والخاصة بالداخل والخارج.Zanzibar
متحف الحياة الفطرية والطبيعية
يوجد هذا المتحف في شارع الجامعة ويحتوى على معظم الحيوانات المحنطة والحية وله اهداف منها النواحي العلمية والسياحية والتعريف بما هو متوافر في السودان من زواحف وطيورjisGPIGNMBFDGPÖAUZBÄLAKJFHÜOIjkbüsdofihjökjsndütohiusüdohnldasfng aölihj0fihjoadfhldjfhnaÄLDkjb+pdaifobjoyihyskjbtWÖKRJZBEAÄRIHJÜBODGSIHNBOÄ ومواشي وحشرات و تلعب جامعة الخرطوم ممثلة في اساتذتها والطلاب المهتمين دورا هاما في استمرارية هذا المتحف .
أشهر الفنادق
(1) فندق هيلتون الخرطوم يطل على النيلين ( النيل الابيض والنيل الازرق ) ص.ب 1910 ، تلفون رقم: 774100 ، 778930
(2) المريديان يقع في تقاطع السيد عبد الرحمن مع شارع القصر ص.ب 1716 ، تلفون رقم: 775970 ، 779066
(3) الخرطوم بلازا يقع على شارع السيد عبد الرحمن. ص.ب 44290
(4) القراند هوليداى فيلا يطل على النيل على شارع النيل ص.ب : 913 ، ت : 774039 ، 770332 وهناك العديد من المتحاف الطبيعية مثل البجراوية وشندي وخلافها وهي متحاف قديمة جداً
(5) روتانا السلام شارع افريقيا(شارع المطار).
التاريخ
المقال الرئيسي: تاريخ السودان.
آثار السودان
ولايات السودان

المقال الرئيسي: ولايات السودان
يقسم السودان إلى 26 ولاية هي:
· أعالي النيل - ملكال
· البحر الأحمر - بورتسودان
· بحر الجبل - جوبا
· البحيرات - رمبيك
· الجزيرة - ود مدني - الحصاحيصا - الحلاوين
· جونقلي - بور
· جنوب دارفور - نيالا
· جنوب كردفان - كادوقلي
· الخرطوم - الخرطوم
· سنار - سنجة
· شرق الإستوائية - كبويتا
· شمال بحر الغزال - أويل
· شمال دارفور - الفاشر (أبو زكريا)
· شمال كردفان - الأبيض
· الشمالية - دنقلا
· غرب الاستوائية - يامبيو
· غرب بحر الغزال - واو
· غرب دارفور - الجنينة
· غرب كردفان - الفولة
· القضارف - القضارف
· كسلا - كسلا
· نهرالنيل - الدامر
· النيل الأبيض - ربك
· النيل الأزرق - الدمازين
· واراب - واراب
· الوحدة - بانتيو
[تحرير] أعراق السودان
[تحرير] أعراق جنوب السودان
اتفاق نيفاشا
· القبائل النيلية:
o الدينكا
o النوير
o الشلك
· قبائل ذات امتداد خارج حدود السودان:
o كاكوا
o أشولي
o البني عامر
o الحلفاوين
o السكوت
· المحس
· الهدندوه
البشارين العبابده الزغاوه الفولاني (الفلاتة) الكنوز البرتي
تشكل القبائل النيلية نحو 70% من غير العرب في جنوب السودان. وتلك القبائل سودانية فقط وتسكن في وسط الجنوب، أي ليس لها أي امتدادات عرقية مع الدول المجاورة، وهذا يختلف عن بعض القبائل الموجودة علي الحدود مع الدول المجاروة للسودان والتي لها امتدادات عرقية مع سكان هذه الدول ويعتقد أن هذا الفرق سيلعب دوراً حاسما عند إجراء الاستفتاء علي مستقبل الجنوب عام 2012 حسب إتفاق نيفاشا.
قبائل جبال النوبة
قبائل أبيي

2007
اهنالك قبائل لم تسجل ولها فضل في السودان مثل الرفاعيين والحلاوين ومعظم قبائل الفونج.ايضا هناك قبيلة الشنابله في الجزيره وكردفان
باقي القبائل العربية والأعراق الاخرى
· [[الأشراف]]
· [[الجعافرة]]
· الكواهلة
· الرباطاب
· المناصـــــير
· البني عامر
· الحلنقة
· الوائلية
· البديرية
· البرتي
· البشارية
· البقارة
· الجعليون
· العوضية
· البطاحين
· الجوامعة
· الشايقيون
· الشكرية
· العبابدة
· العركيين
· الفولاني/الفلاته
· المحس
· الدناقلة
· الحلفاويين
· المساليت
· البقارة ((قبائل عربية تنحدر من المجموعة الجهينة، وهي تقطن في نطاق السافانا الفقيرة، حيث تتوفر المراعي للماشية، ومنهم (المسيرية، الهبانية، الرزيقات، المهادي، التعايشة، رفاعة، الشنخاب والتي تقطن غرب النيل الأبيض وتمتد من جنوب الدويم وحتى جنوب كوستي وغيرها من القبائل الأخرى، والتي تشتهر بتربية الماشية - الأبقار))
· النوبيون
· الحسانية
· الكواهلة
· المسلمية
· الرفاعين
· الحـلاويـن
· العوامره
· قبيلة البنى حسين (تقطن شمال دارفور محافظة كبكابية محلية السريف بنى حسين مؤسس النظام الاهلى لقبيلة البنى حسين هو الناظر حامد يعقوب يعتمد البنى حسين على الزراعة والرعى والتجارة تنتشر بالمنطقة عدد كبير من الخدمات التى تم انشاء معظمها بالعون الذاتى يقال ان جذور ونسب القبيلة إلى سيدنا الحسين بن على.[بحاجة لمصدر]
· قبيلة السادة الأرتيقا أمراء سواكن
حكام السودان
شاهد : رؤساء ورؤساء وزراء السودان
· إسماعيل الأزهري
· عبد الله خليل
· الفريق إبراهيم عبود (رئيس جمهورية)
· سر الختم الخليفة
· محمد أحمد محجوب
· بابكر عوض الله
· الرشيد الطاهر بكر
· المشير جعفر نميري (رئيس جمهورية)
· الفريق محمد حسن سوار الذهب (رئيس جمهورية)
· الجزولي دفع الله
· المشير عمر حسن البشير (رئيس جمهورية)
قائمة الأحزاب السياسية في السودان
شاهد : قائمة الأحزاب السياسية في السودان الرئيس محمد حسن سوار الذهب - الرجل الذى وعد فأوفى بتسليم السلطة في عامين
الصناعة بالسودان
[تحرير] مقدمة
تلعب الصناعة دوراً هاماً في تحقيق اهداف التنمية الاقتصادية والاجتماعية ويرتبط مستوى تقدم الامم والشعوب بمدى تطورها الصناعى لذلك جاء اهتمام الدولة بهذا القطاع لدوره الفاعل في احداث النهضة التنموية اعلاءاً للقيمة المضافة وتوفيراً لفرص العمل المستدام. تنفيذاً للاستراتيجية الصناعية يتواصل العمل بوزارة الصناعة لتحقيق عدة اهداف اهمها تطوير وتعميق العمليات الصناعية آخذين في الاعتبار اهمية الترابط الامامي والخلفى مع القطاعات الاقتصادية الاخرى ومع قطاعات الصناعة الفرعية. وهذا التقرير يعكس انجازات الوزارة وفقاً لخطة العام 2005م والتي شملت عدة مجالات اهمها :
· الإرتقاء بقطاع الصناعة التحويلية للمساهمة في تحقيق النهضة الإقتصادية والإجتماعية الشاملة.
· تقوية القدرة المؤسسية للأجهزة المعنية بأمر الصناعة.
· تحديث بيانات المسح الصناعى والخريطة الإستثمارية.
· مواصلة الدراسات التشخيصية للقطاعات ذات الأولوية وقطاع الصناعات المغذية.
‌* تفعيل وتقوية العمل في المشروعات المشتركة مع المنظمات العالمية والإقليمية.
· تنمية قدرات العاملين بالتدريب وتحسين أوضاعهم.
· ربط الوزارة ووحداتها بشبكة المعلومات مع ولايات الثقل الصناعى.
· اكمال مبنى الوزارة وانشاء شبكة معلومات بالموقع الجديد وعلى احدث مستوى.
[تحرير] اختصاصات الوزارة
بناء على المرسوم الجمهورى رقم (34) لسنة 2005م فإن اختصاصات الوزارة جاءت كما يلى:
· وضع استراتيجية وخطط وبرامج التنمية الصناعية للقطاع الصناعى بشقيه العام والخاص.
· المشاركة في وضع السياسات الاقتصادية والمالية بما يحقق الترابط بين برامج التنمية الصناعية والسياسات الاقتصادية والمالية للدولة.
· دعم الصناعات الاستراتيجية من خلال رصد ومتابعة الانتاج الكلى والمعدلات الانتاجية لكل قطاع واجراء الدراسات اللازمة لمعالجة مشكلات الانتاج والانتاجية ومتابعة تطبيق تلك الدراسات.
· تشجيع ةتطوير وتنظيم الصناعات الصغيرة والحرفية والمساهمة في توفير البنيات الاساسية والتمويل اللازمين لها بالتنسيق مع الجهات المختصة.
· القيام بالصناعات البتروكيماوية وتطويرها.
· القيام بعمل التكلفة للمنتجات الصناعية والمشاركة في تسعيرها.
· اقتراح الضوابط اللازمة لحماية الانتاج الوطنى من منافسة السلع المستوردة المماثلة في اطار السياسات العامة للدولة.
· اقتراح المعايير الخاصة بمنح التراخيص والامتيازات للاستثمار الصناعى.
· الاشراف على توفير مستلزمات الانتاج وتقديم الخدمات الصناعية الأخرى بالتعاون مع الجهات المختصة.
جاءت خطة العام 2005 م متسقة مع الأهداف الإستراتيجية للنهوض بالقطاع الصناعى والمتمثلة في
1. تمكين القطاع الصناعي من فتح آفاق جديدة وتقوية قدراته وكفاءاته.
2. رفع قدرات الولايات مع مزيد من التنسيق في مجال الصناعة لإرساء دعائم الحكم الفدرالي.
3. تطبيق متطلبات الجودة الشاملة للإرتقاء بجودة الإنتاج الصناعي والعمل على زيادة حصيلة الصادرات الصناعية.

السودان
ع·ن·ت جامعة الدول العربيةاظهر
الأردنالإمارات العربية المتحدةالبحرينتونسالجزائرجزر القمرجيبوتيالمملكة العربية السعودية • السودان • سوريةالصومالالعراقعُمانفلسطينقطرالكويتلبنانليبيامصرالمغربموريتانيااليمن

ع·ن·ت منظمة المؤتمر الإسلامياظهر
أذربيجانإريترياالأردنأفغانستانألبانياالإماراتإندونيسياأوزبكستانأوغنداإيرانباكستانالبحرينبروناي دار السلامبنغلاديشبنينبوركينا فاسوتركياتركمنستانتشادتوغوتونسالجزائرجزر القمرجيبوتيساحل العاجالسعوديةالسنغال • السودان • سوريةسورينامسيراليونالصومالطاجكستانالعراقعُمانالغابونغامبياغوياناغينياغينيا بيساوفلسطينقرغيزستانقطركازاخستانالكاميرونالكويتلبنانليبياالمالديفماليماليزيامصرالمغربموريتانياموزمبيقالنيجرنيجيريااليمنمراقبوندول: أفريقيا الوسطىالبوسنة والهرسكتايلاندروسياقبرص التركيةمجتمعات ومنظمات إسلامية: الجبهة الوطنية لتحرير موروهيئات دولية: الأمم المتحدةحركة عدم الانحيازجامعة الدول العربيةالاتحاد الأفريقيمنظمة التعاون الاقتصادي

دول في أفريقيااظهر
إثيوبيا - إريتريا - أنغولا - أوغندا - بنين - بوتسوانا - بوروندي - بوركينا فاسو - تشاد - توغو - تونس - جزر القمر - الجزائر - جمهورية أفريقيا الوسطى - جمهورية تنزانيا المتحدة - جمهورية الكونغو الديمقراطية - جنوب أفريقيا - جيبوتي - الرأس الأخضر - رواندا - زامبيا - زمبابوي - ساحل العاج - ساو تومي وبرينسيبي - السنغال - سوازيلند - السودان - سيراليون - سيشيل - الصومال - غابون - الغامبيا - غانا - غينيا - غينيا الاستوائية - غينيا بيساو - الكاميرون - الكونغو - كينيا - ليبيا - ليبيريا - ليسوتو - مالي - ملاوي - مدغشقر - مصر - المغرب - موريتانيا - موريشيوس - موزامبيق - ناميبيا - النيجر - نيجيريا
دول حوض النيل
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